LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


venerdì 31 maggio 2013

Essere o non essere “pietra d’inciampo”- La dignità perduta degli antisette estremisti


Cari amici, cari lettori e lettrici,

quando nell’Ottobre del 2008 ho aperto questo blog, la mia esclusiva intenzione era di pubblicare l’ormai nota “Comunicazione per FECRIS”.

Quella comunicazione voleva essere per me un grido, una preghiera, una richiesta di dialogo e un bisogno di giustizia. E con quella comunicazione, nel mio intento, si apriva e insieme si chiudeva questo blog.
Le cose sono andate diversamente da come avevo sperato.
Quella preghiera, quella richiesta di giustizia, quel grido, come ben sapete, è caduto nel vuoto. E tutto sarebbe dovuto finire là.
http://pietrobono.blogspot.it/2010/03/arkeon-e-lincapacita-di-dialogo-degli.html

Ma, per misteriosi casi della vita, di quella preghiera era sopravvissuta l’eco.
E così quel grido, morendo, si era moltiplicato.
Di arkeon si ricominciò a parlare. Anche oltremare.
Ma soprattutto piano piano destò l’interesse di persone e realtà disparate, ma accomunate da una tenace ricerca di verità; non solo per quanto attinente ad arkeon, ma soprattutto per quel mondo antisette estremista che, sempre più esplicitamente, stava cercando di fare della demonizzazione di arkeon, e di una sua sconfitta processuale, il propulsore per il ripristino della legge sul plagio, il famoso DDL 569 ora diventato DDL 190.
Tutto si è sgonfiato quando, tra le quasi mille pagine delle motivazioni della sentenza arkeon, poche righe (pag. 896-897) hanno chiarito definitivamente che :  

“…l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psicosetta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa…”.

Se, perlomeno per me, non era prevedibile una sentenza così illuminata ed illuminante, certo molto più prevedibile era la risposta della controparte. Che, rabbiosa, non si è fatta attendere.
Una fitta scarica di querele e denunce ha raggiunto me, due cari amici e svariate e prestigiose studiose italiane di movimenti religiosi.
Tra le altre cose, mi risulterebbe di essere forse stato denunciato dalla Dott.ssa Tinelli del CeSAP anche perché mi sarei permesso di linkare sulla mia pagina di facebook la più che opportuna Interrogazione Parlamentare del Sen. Marco Perduca:  

Quanto costa e a che serve la Squadra Anti-Sette?  5-11-2012

Tra le studiose prese di mira da quella che sembrerebbe essere una odiosa campagna di “risocializzazione” c’è Raffaella Di Marzio, studiosa di movimenti religiosi, nota da molti anni anche a livello internazionale.
Nelle ultime settimane Raffaella ha sintetizzato la sua esperienza di  - un'esponente di spicco del mondo anti-sette italiano, che a un certo punto del suo cammino anti-settario si è fermata e ha cominciato a riflettere su sé stessa e sull'eticità delle sue azioni, prima di tutto. Un esame di coscienza doloroso, come lo sono tutti gli esami di coscienza in cui assumiamo il ruolo di pubblici ministeri di noi stessi e, quindi, cominciamo a indagare sull'eticità delle nostre azioni e dei fini che intendiamo perseguire – in due preziosi contributi:

Le confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, le associazioni anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: un'esperienza personale

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio

Per me che, di queste tematiche, ero e resto un ignorante, la cosa che più mi ha colpito di Raffaella è stata la sua disponibilità rispettosa all’ascolto, la misura delle parole, e una incrollabile fede nel dialogo.

Ieri, 30 maggio 2013  Santa Giovanna D’Arco, ho appreso da uno dei blog che seguo e che coraggiosamente porta avanti una campagna di libertà di credo, cose della massima gravità, che riguarderebbero le modalità di una indescrivibile campagna antisette mirata a zittire le voci dissenzienti. Tra queste voci spiccherebbe appunto, secondo questo documento, quella di Raffaella Di Marzio. Ora si tratterà naturalmente di verificare se la documentazione contenuta nell’articolo sia autentica o meno. Per questo, per il momento, evito volutamente di linkare l’articolo.
Se il mio timore fosse fondato, cioè se i documenti riportati nell’articolo si rivelassero in parte  o, peggio, totalmente veri, ci troveremmo di fronte a uno scandalo senza pari in questo settore; forse per certi versi simile a quello che decretò, oltre oceano, la chiusura del CAN (Cult Awareness Network).


Per questo motivo sono oggi a chiedervi una preghiera. 
Per tutte le persone coinvolte. Da una parte e dall’altra. Ma in particolare per Raffaella, che da quanto parrebbe emergere con impressionante vigore, sarebbe stata fatta oggetto di un odio e di un disprezzo senza pari.
E per chi non è credente, sono certo che anche un piccolo gesto, come magari accendere una candela, potrà essere di sostegno, in questo delicato momento, ad ogni persona di buona volontà e a chi, come Raffaella con immenso sacrificio ha custodito, anche per chi se ne era dimenticato, quella fiaccola di umanità, di fede e di dignità che c’è sempre in fondo a ogni cuore.

Grazie a ciascuno.
Con affetto.


Pietro Bono