LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


lunedì 29 marzo 2010

Arkeon e l’incapacità di dialogo degli anti-sette italiani 28-3-2010

“…Ogni giorno in Francia, non c'è terapeuta, luogo di conferenza, gruppo spirituale o un privato che non abbia da subire i tentativi di intimidazione dagli attivisti per la lotta contro le minoranze spirituali. Il loro giudizio è sempre lo stesso: i comportamenti sono "sospetti", le conferenze "dubbiose", le attività "illegali" o le intenzioni "criminali".
Queste parole sono pronunciate in modo costante, da persone spesso sprovviste di cultura o di qualsiasi sensibilità sulla questione, forti dalla loro certezza di potere imbavagliare o schiacciare impunemente tutto quello che non rientra nella loro ristretta norma e nell'intenzione di creare un clima di tensione, di paura e di diffidenza…”  
http://www.sectes-infos.net/CICNS.htm

Questa la situazione francese a cui ho accennato in un altro post.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/03/arkeon-e-la-caccia-alle-streghe-26-3.html

Di quale sia invece la situazione in Italia, non sta’ certo a me scrivere.
Quello che posso fare è raccogliere qualche spunto.

Massimo Introvigne nel 1998 scriveva:
“Il 29 aprile 1998 il Ministero dell’Interno ha inviato alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati un rapporto, datato febbraio 1998, della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione dal titolo Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia (1). I mezzi di comunicazione nazionali e internazionali hanno dato enorme risalto all’avvenimento, sostenendo che i servizi di sicurezza italiani mettevano in guardia contro un "rischio sette" per il Giubileo, e che anche l’Italia si era finalmente dotata di un rapporto sulle "sette" simile a quelli pubblicati da commissioni parlamentari in Francia (2) e in Belgio (3). È proprio così? Placatosi il clamore mediatico, vale la pena di ritornare sul documento - non privo di aspetti positivi, accanto ad altri discutibili - e sulle singolari circostanze della sua trasformazione in una notizia da prima pagina…”Molto rumore per nulla? Il "rapporto italiano sulle sette"
- La natura del rapporto
- Il contenuto del rapporto
- Le fonti del rapporto
- Una valutazione del rapporto
- Sussurri e grida: poliziotti, politici e giornalisti
http://www.cesnur.org/testi/Viminale.htm
http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/introvignem277.htm

Rapporto del Dipartimento di Pubblica Sicurezza
Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia, Febbraio 1998.
Tratto dal sito “Allarme scientology” di Martini
http://xenu.com-it.net/rapporto/
http://xenu.com-it.net/rapporto/rapporto2.htm

Il 2 Novembre 2006 Gianni De Gennaro, Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, firmava la Circolare n.225/UAG/2006-64767-U del 02/11/2006 :
“Attività di contrasto agli illeciti connessi alle attività delle "sette sataniche". Istituzione della S.A.S. (Squadra Anti Sette)”.  http://www.siulpfirenze.it/public/Documenti/258.pdf
http://ilcasoarkeon.wordpress.com/documenti/

In Italia, tra i primi movimenti anti-sette, venne costituita nel 1987 l’associazione ARIS (Associazione per la Ricerca e Informazione sulle Sette).
http://www.puccy-gardini.net/nosexy/ARIS-Origini.pdf
http://stepbystepwalkingtogether.blogspot.com/2009/03/gli-addetti-ai-lavori-e-arkeon-26-3.html

Nei primi anni emersero forse alcuni eccessi che diedero vita anche ad interrogazioni parlamentari in merito.
Interrogazione 1988
http://www.puccy-gardini.net/nosexy/Interr-STAITI.pdf
Interrogazione 1990
http://www.puccy-gardini.net/nosexy/Interr-IANNI.pdf

Da allora, fino ai nostri giorni, molte cose sono accadute.

Esattamente due anni fa’, il 26 marzo 2008, Raffaella Di Marzio, dopo aver scritto il 22-2-2008 l’ormai noto articolo: Essere o non essere setta: QUESTO è il problema - Quando l'informazione diventa dogma, i comitati diventano tribunali, gli esperti diventano guru e le persone rimangono, comunque, vittime” http://dimarzio.info/it/articoli/sette-e-media/81-essere-o-non-essere-setta-questo-e-il-problema.html , venne pesantemente incriminata dalla Procura di Bari.
http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/browse_thread/thread/7c005b463ad5d742?q

Ecco il racconto di quel giorno scritto dalla Di Marzio stessa.
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2009/03/tasselli-di-esperienza-ottavo-tassello.html

Di quale poi sia il clima in Italia delle associazioni anti-sette, ce ne parla ancora Raffaella Di Marzio nella sua relazione alla Conferenza Internazionale Annuale 2009 organizzata da ICSA (International Cutic Studies Association) in collaborazione con INFO_CULT : “Affrontare il lato oscuro delle sette: bilancio di un’esperienza decennale”.http://www.dimarzio.it/srs/modules/mydownloads/cache/files/51573881282341598523996961368433-relazione_ginevra.pdf

Parlando dei gruppi di sostegno alle vittime, relativamente agli Aspetti discutibili nella metodologia di aiuto, Raffaella Di Marzio afferma al punto 9) Scarsa disponibilità al dialogo:
“La situazione italiana a riguardo è particolarmente difficile perché nel nostro paese non si riesce a dialogare neanche all’interno delle associazioni di aiuto, in lite tra loro per diversi motivi. In Italia prevalgono atteggiamenti di protagonismo, litigiosità, rivalità e opposizione tra associazioni che dovrebbero cooperare verso gli stessi fini. In questa situazione si comprende bene come sia oltremodo ancora più difficile iniziare a costruire un dialogo con studiosi e ricercatori in ambito accademico. Mentre fuori dall’Italia è in corso da anni un dialogo proficuo tra studiosi e operatori attivi nei centri d’ascolto, con relativo superamento delle vecchie guerre alle sette degli ani settanta e ottanta, in Italia c’è ancora una netta separazione e contrapposizione tra le associazioni di aiuto e il mondo accademico. Ritengo che questo sia un ulteriore grave limite alla nostra azione e che sarebbe necessario cominciare a isolare gli elementi più estremisti del mondo antisette italiano per dare inizio a un dialogo e a uno scambio utile prima di tutto all’interno delle associazioni di aiuto e poi anche con studiosi del mondo accademico e centri di studio impegnati nella ricerca sul fenomeno religioso”.
A proposito di dialogo anch’io, nel mio piccolo, provai nell’Ottobre del 2008 ad aprire un canale di dialogo con l’allora presidente della FECRIS, F. Griess , relativamente alla vicenda arkeon.
http://pietrobono.blogspot.com/2008/10/presidente-f.html

Purtroppo, dopo ripetuti tentativi dovetti desistere davanti al muro invalicabile di un silenzio ostinato posto dall’ARIS, associazione italiana a cui il presidente Griess aveva delegato il compito.
http://stepbystepwalkingtogether.blogspot.com/2009/03/gli-addetti-ai-lavori-e-arkeon-26-3.html

Credo sia rilevante il fatto che, all’epoca della mia comunicazione, l’ARIS fosse già bene a conoscenza della situazione del CeSAP Bari e delle modalità della Dott.ssa Tinelli. A questo riguardo Silvana Radoani, che aveva fatto parte del Direttivo del CeSAP, aveva chiaramente espresso le sue osservazioni critiche in merito alle carenze della associazione in un dettagliato documento che era pubblico ormai da mesi.
“Vittime di culti o di anti-cult” 9-6-2008 
https://ilcasoarkeon.files.wordpress.com/2009/10/vittime-di-cult-o-anticult.pdf

Non solo.

Nel documento del 17-5-2006, presente nel blog di Silvana Radoani, siglato dall’ARIS e indirizzato sia alla Tinelli che alla Radoani, pare di cogliere che la preoccupazione principale dell’ARIS sia cinicamente quella illustrata: “…ci lascia tuttavia sgomenti anche solo l’idea, data la vostra posizione a livello nazionale nel campo dell’informazione sui gruppi coercitivi, che i fiancheggiatori di questi fenomeni traggano spunto, dal vostro scontro aperto, per l’ennesimo discredito verso chi quei fenomeni cerca di contrastarli. Avremmo preferito un’altra storia, magari di civile convivenza di metodologie di intervento diverse ma convergenti, alla peggio un patto interno di non belligeranza, ma purtroppo, siete cadute nel vortice di una nociva controversia…”.Dal blog di Silvana Radoani - Persecuzione 5 14-10-2009http://radoani.ilcannocchiale.it/

Dicevo la parola “cinicamente” perché non posso, in tutta onestà, ritenere che con il livello di scontro ben descritto dalla Radoani nel capitolo “Tante azioni legali” l’ARIS non fosse in qualche modo al corrente dei fatti.
Silvana Radoani scrive in merito: “…Molti gruppi coercitivi usano il sistema di sommergere il testimone o chi si interessa a loro con una valanga di denunce, in modo da rendergli la vita impossibile e soprattutto ridurlo possibilmente sul lastrico. Inoltre tale modalità viene utilizzata per delegittimare qualsiasi cosa la persona-testimone metta in atto o faccia nella vita. Sono rimasta perplessa nel constatare analogo comportamento dalla signora Tinelli nei miei confronti…”.
https://ilcasoarkeon.files.wordpress.com/2009/10/vittime-di-cult-o-anticult.pdf

E soprattutto dicevo “cinicamente” perché l’ARIS non poteva non sapere, o quanto meno immaginare, che in un tale scontro ci sarebbero state delle vittime. Difatti esattamente un mese prima della lettera su indicata dell’ARIS, delle vittime ci furono: “…15 aprile, sabato santo 2006. Due persone che seguivo da circa un anno e che avevo aiutato a staccarsi dalla tragica storia con un gruppo nel quale erano stati invischiati, vennero improvvisamente a trovarmi sconvolti perché erano stati interrogati dai CC del loro paese riguardo ai rapporti avuti con me, su denuncia della signora Tinelli. La loro storia era stata in questo modo portata a conoscenza di molte persone nel piccolo paese dove loro abitavano e la signora Tinelli aveva persino diffuso in due Procure alcuni loro atti privati. Io fui così colpita dall’episodio che precipitai in una violentissima depressione, non per il timore di giudizi legali ma perché non sapevo come difendere le persone che la signora Lorita Tinelli stava mettendo gratuitamente in mezzo pur di tentare di affossare me, sperando che qualcuno mi accusasse di reati. Quelle stesse persone vennero poi richiamate anche in un secondo procedimento contro di me e furono obbligate dalle circostanze a cambiare residenza. Nello stesso modo e per gli stessi procedimenti era stata diffusa la storia di un’altra vittima che stavo seguendo, insieme alla storia del suo ex compagno…”.
https://ilcasoarkeon.files.wordpress.com/2009/10/vittime-di-cult-o-anticult.pdf

Insomma l’ARIS, nella lettera del 2006 su indicata, è sostanzialmente preoccupata che “qualcuno possa strumentalizzare lo scontro interno” e non spende una sola parola, ripeto, UNA SOLA PAROLA, per sollecitare le parti in causa a evitare che lo scontro, coinvolga persone estranee e innocenti.

Oltre a ciò, l’incapacità dell’ARIS di cogliere la gravità dei fatti è chiaramente riscontrabile nelle parole di una persona pur sensibile e attenta come la Sig.ra Arianna Odivelli, come si può facilmente desumere dallo scambio che il sottoscritto, approfittando dello spazio dei commenti, offerto da Raffaella Di Marzio sul suo blog, ebbe appunto con la Sig.ra Odivelli il 3-1-2009 http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2008/12/tasselli-di-esperienza-settimo-tassello.html

Commentando infatti le mie affermazioni la Sig.ra Odivelli scriveva: “…Sig. Bono…ma si risparmi i toni apocalittici…”.

Tra le altre cose, nella mia comunicazione alla Fecris, cui si riferiva la Odivelli, avevo scritto: “… Conosco bravi professionisti e bravi padri e madri di famiglia che nei giorni scorsi sono venuti a sapere direttamente dai giornali di essere indagati per reati gravissimi in relazione alla loro partecipazione ad arkeon. Una di queste persone addirittura, è venuta a conoscenza di essere indagata dalla Polizia, e che il suo nome era stato riportato, insieme agli altri, su un giornale nazionale (naturalmente anche in internet), solo tramite una mia telefonata di solidarietà.
- So’ di molte persone colpite da un dolore cosi grande nel vedere frainteso, demonizzato e perseguitato in modo così palese le famiglie e un percorso che li ha accompagnati prima a ritrovare il calore delle proprie radici, dei propri genitori, e poi a costruirsi una propria famiglia, che hanno pensato in qualche momento di disperazione, di porre fine alla propria vita…”.

http://pietrobono.blogspot.com/2008/10/presidente-f.html

Per una crudele ironia della sorte, proprio in quegli stessi giorni del Gennaio 2009, una delle persone a cui facevo riferimento nella comunicazione, un mio caro amico e padre di tre figli in tenera età, tentava disperatamente il suicidio.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-la-verita-16-5-2009.html

E, secondo la Sig.ra Odivelli dell’ARIS, io avrei dovuto risparmiarmi i toni apocalittici.

Ma c’è dell’altro.

Alla Sig.ra scrivevo accoratamente: “…Gentile Signora Odivelli, nelle sue parole ho sentito molta rispetto e molta umanità, così senza indugio mi permetto di pregarLa, di supplicarLa: si faccia portavoce di questa mia richiesta di incontro. In gioco c’è l’esistenza di tante famiglie. E se possibile, anche molto di più. Come scrissi all’Aris il 17-10-2008 “…L’importante è che possiamo dialogare e sciogliere questa folle barriera di diffidenza che impedisce alle persone di incontrarsi, conoscersi, parlarsi e anche stimarsi se possibile...”.”http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2008/12/tasselli-di-esperienza-settimo-tassello.html

Questa la sua risposta assai sprezzante: “…Soltanto, intendiamo ribadire il nostro (dell’ARIS ndr) diritto a scegliere liberamente i nostri interlocutori senza, per questo, essere giudicati da chi se ne arroga il titolo. “
Il nostro diritto a scegliere liberamente i nostri interlocutori…?
Ma stiamo scherzando?
Qui non stiamo parlando se accettare o meno una conversazione in treno.
Qui stiamo parlando di persone, di vite!
Stiamo parlando di un tentato suicidio avvenuto forse anche perché l’ARIS ha fatto spallucce al mandato che aveva ufficialmente ricevuto.
Stiamo parlando dei comportamenti scorretti deontologici della Dott.ssa Tinelli che certo all’ARIS già conoscevano, in quanto segnalati, come detto, dalla Radoani e non solo.
Soprattutto stiamo parlando del mandato esplicito dell’allora Presidente Griess. MANDATO DELLA FECRIS CHE IMPEGNAVA l’ARIS, e nessun altro, A VERIFICARE LA SEGNALAZIONE che anch’io avevo fatto rispetto all’operato del CeSAP e della Tinelli.
E, per quanto mi riguarda, tale mandato ufficiale, è tuttora valido.
Detto in altre parole, l’ARIS è e resta responsabile dell’operato del CeSAP e della Dott.ssa Tinelli per quanto riguarda la vicenda arkeon.

Quando la verità potrà finalmente riaffiorare dalla melma in cui è stata affogata con forza, con violenza, allora ne riparleremo.
E allora tutti avremo forse da imparare qualcosa.
Sul male che possono generare i pregiudizi.
Ma soprattutto, di quanto sia, sempre e comunque, indispensabile il dialogo.
- continua -

Pietro Bono

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Pietro, leggo spesso il tuo blog, e questa volta sei riuscito a farmi inorridire. Dell’ottusità di associazioni anti-sette che si rifiutano di ascoltare (quando dovrebbero esserne invece bramose) ne ero già al corrente. A mio avviso è questo il triste - o meglio maligno - risultato che si ottiene quando una guardia notturna o un vigile urbano usano il tempo libero per dedicarsi a un compito tanto delicato qual è l’aiuto alle vittime di abusi psicologici, un’attività di cui non hanno competenza.

Ciò che non sapevo e che trovo inqualificabile (tra le tante di questa intricata e inspiegabile vicenda) è l’affermazione della sig.ra Arianna Odivelli che, mi risulta, appartiene all’ARIS. I motivi per questo mio giudizio così severo li hai chiaramente esposti tu e non starò a ribadirli. Ci tenevo a testimoniare il mio sdegno per un comportamento così indegno per chi dovrebbe “aiutare” delle vittime.

Francesco

Pietro Bono ha detto...

Il commento di Francesco, solleva a mio avviso diverse questioni.
Mi riprometto di scriverne in seguito.
Qui desidero soltanto dire una cosa.
Se sono stato severo nei miei giudizi verso la Sig.ra Odivelli, è perché ho fiducia in lei.
Ho fiducia nella sua capacità di ascolto e di elaborazione.
In fondo la Sig.ra Odivelli è l’unica, in questa vicenda, che ha avuto il coraggio di esporsi. Tutti gli altri sono rimasti al calduccio delle proprie convinzioni.
E non credo sia da tributare a lei, ne alla qualifica professionale dei suoi collaboratori, la difficoltà a lasciare pregiudizi, ferite e difese, fuori da quello spazio che viene chiamato “dialogo”.
Credo che tutti, io per primo, siamo molto impastati di pregiudizi.
Le due domande che mi sento di porre, in questo contesto, e se siamo disponibili a prenderci le responsabilità dei nostri operati, e se siamo intenzionati a creare uno spazio di incontro e di ascolto delle reciproche ragioni?
Oppure se di fronte a ciò prevale il bisogno, quello sì distruttivo, di sentirsi dalla parte “della ragione”.

Pietro Bono

cosimo ha detto...

Come ho già detto altrove, ciò che mi sconcerta è che le "persone di Arkeon" che ancora parlano attraverso i blog hanno spesso mostrato di avere una visione favorevole ma tutt'altro che acritica della propria esperienza di Arkeon, rivendicandone il grande valore ma anche dichiarandone i limiti. Logica vorrebbe che un centro di ascolto ascoltasse queste persone, che evidentemente nella forma e nei contenuti cercano un dialogo con chi non la pensa come loro.
La domanda che mi pongo è: ma se l'ARIS, la FAVIS, la FECRIS etc non dialogano con queste persone, con CHI dialogano?

Cosimo

Anonimo ha detto...

Questo è uno dei motivi principali per cui l' Italia è inondata dal Male: l'incapacità dell' italiano, la sua litigiosità, mista al desiderio di successo, di mostrarsi, che tanti governi interi hanno usato come cavallo di Troia per insediarsi.

E le sette spopolano. E anche mio figlio non ne esce.