LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


venerdì 26 giugno 2009

Arkeon: facciamo il punto 2 26-6-2009

Mi sono domandato più volte in questi mesi quale destino attende i bambini e le persone coinvolti nei “falsi abusi”. Cosa accade cioè a coloro che per diverso tempo vengono sollecitati verso una verità che, di fatto, non esiste se non nella testa di chi li circonda, più o meno in buona fede.
Già a Gennaio 2009, nel dibattito che aveva seguito la chiusura del sito “Allarme Scientology” da parte di Martini stesso http://covilt.myblog.it/archive/2009/01/13/anche-allarme-scientology-cade.html , mi chiedevo del destino di Federico, il piccolo coinvolto anche lui in una sciagurata ricerca di “mostri”, che il più delle volte esistono solo nella fantasia di taluni.
http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/62573ec550f20a22?hl=it&
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=177

In questi anni, nello stesso modo, mi sono domandato spesso quale possa essere il destino di coloro che hanno creduto alle allettanti sirene che hanno detto e scritto peste e corna del lavoro di arkeon.
Mi riferisco a coloro che sono stati coinvolti più o meno in buona fede in questa vicenda.
Diverso è naturalmente il caso di coloro, come la famosa “coppia del nord”, vivacemente presente anche sul forum CeSAP, che ha sostenuto di essere stata truffata di 100.000 euro, senza spiegare però sia il tentativo di acquisto, da parte di questa stessa famiglia all’inizio del 2006, dei marchi arkeon, e senza spiegare neanche come, a fronte di 100.000 euro “truffati” loro dal fondatore di arkeon, lo stesso fondatore, per certo, avesse aperto proprio in quegli anni, a favore della stessa famiglia una fideiussione di oltre 500.000 euro.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=225005&IDCategoria=1
http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2009/01/31/CC1CQ_CC101.html

Misteri a parte, quello delle vittime, e ancor più, il destino di coloro a cui è stato fatto credere di essere vittime, è un argomento che mi interessa particolarmente.
Ed è un argomento che, non a caso riguarda il nucleo di ciò che viene definito “abuso”, cioè il far passare per verità, una menzogna.

La questione evidentemente è molto delicata e complessa, perché mentre laddove, diciamo così, la “vittima” è realmente tale, è possibile l’accertamento e la definizione della verità dei fatti.
Al contrario, quando la “vittima” non è realmente tale, ma viene soltanto “convinta” di esserlo, allora, sorge un complesso problema. Come si fa’ a prendersi cura di “qualcosa” che in realtà non è mai avvenuto? Come si può liberare la “falsa vittima” dal “doppio inganno” subito?

Questo è solo uno dei drammatici problemi che si creano nei casi di “falso abuso”.

Pur non essendo un esperto del settore, mi pare che, per quanto riguarda gli adulti, un contributo notevole in questo settore sia stato offerto dalla Dott.ssa Lorna Goldberg dal 2003 membro del Consiglio Direttivo dell’ICSA International Cultic Studies Association .
In uno stimolante articolo “Un punto di vista circa i ricordi recuperati, i terapeuti, i leader di sette e le influenze negative”, Lorna Goldberg tratta contemporaneamente più argomenti, a mio avviso, di rilevante interesse.
http://www.cesap.net/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=647
http://www.blgoldberg.com/MEMORIES.htm

Il primo riguarda il trattamento dell’abuso sessuale.
Il secondo riguarda l’induzione di false memorie da parte di sette e terapeuti.
Il terzo riguarda i rischi generati dall’ingresso, nella formazione di personale specializzato, da parte delle vittime stesse.
Questo, di cui riporto in parte il testo, è un ulteriore argomento trattato che mi preme sollecitare. E cioè la spirale perversa che può generarsi, in alcuni casi, tra paziente e terapeuta.

“…I pazienti dei terapeuti dei traumi, particolarmente quelli che erano più ansiosi e suggestionabili, spesso accettavano il suggerimento che si fosse verificato un abuso, perché questa diventava una semplice risposta circa la causa di tutti i loro problemi e del loro dolore. In questo modo, questi pazienti erano simili a coloro che venivano reclutati con successo dalle sette. Avere semplici risposte riguardo alle difficoltà della vita può essere molto rassicurante.

Inoltre, Brenneis, in un articolo scritto di recente per il JAPA (JAPA: The Journal of the American Psychoanalytic Association – Il periodico dell’associazione americana di psicoanalisi – pubblicazione ufficiale di questa associazione. N.d.t.) ha indicato che il paziente ansioso cerca conforto, guida e affiliazione presso la persona che considera un esperto. La suggestione opera nell’area del dubbio e dell’incertezza. La forza delle convinzioni (del terapeuta) porta il paziente su un falso percorso: conforto e guida richiedono affiliazione e l’affiliazione richiede a sua volta un certo grado di accettazione o di accordo con le idee del terapeuta (Brenneis, pag. 1034).

Brenneis evidenzia inoltre che in questo modo sia il terapeuta che il paziente trovano quello che stanno cercando: il terapeuta trova la conferma alle sue convinzioni e il paziente trova “chiarezza cognitiva e affiliazione con una figura di autorità che lo approva” (Brenneis, 1035).

Ganaway afferma che il nuovo sistema di credenze si sostituisce ai sintomi che avevano portato il paziente ad andare dal terapeuta. In questo modo, mentre il paziente ottiene una nuova identità e soddisfa un suo desiderio di affiliazione attraverso l’appartenenza ad un gruppo di vittime di all’abuso sessuale, il terapeuta svia il paziente dalla comprensione del vero e più complesso significato dei sintomi e dalle difese ad essi sottostanti (Ganaway, 1994).

Molti di questi pazienti possono provare una rabbia sempre più intensa man mano che passa il tempo. Questo aumento della rabbia può essere causato dal fatto che questi pazienti non si sentono meglio a livello emotivo, dato che i loro reali problemi non sono stati risolti. E, alcuni, hanno inoltre perduto il supporto fornito dalla famiglia. Inoltre, si può verificare il fenomeno del contagio, in quanto la rabbia del paziente viene fatta esplodere ed inasprita dalla rabbia del terapeuta e/o da quella dei membri del gruppo. I terapeuti, spesso, potrebbero unire la loro rabbia contro gli “abusatori” a quella del paziente. Essi potrebbero abbandonare la loro posizione neutrale ed incoraggiare il paziente a prendere provvedimenti contro gli abusatori (azioni legali incluse). Questo unirsi alle azioni del paziente contro gli abusatori, di solito rappresentati dai genitori, era alimentato dalla reazione di controtransfert per fare in modo che la rabbia non si riversasse sul terapeuta stesso (Hedges, L., 1994). Tagliare la relazione con i membri della famiglia serviva anche ad aumentare la dipendenza del paziente nei confronti del terapeuta. Venire a conoscenza di queste vicende fu inquietante…”

La mia percezione di quanto sta’ accadendo da ormai più di tre anni rispetto al caso arkeon, è quella che in qualche modo è descritta, soprattutto nell’ultima parte, nell’articolo dalla Dott.ssa Goldberg.
“…I terapeuti, spesso, potrebbero unire la loro rabbia contro gli “abusatori” a quella del paziente. Essi potrebbero abbandonare la loro posizione neutrale ed incoraggiare il paziente a prendere provvedimenti contro gli abusatori (azioni legali incluse). Questo unirsi alle azioni del paziente contro gli abusatori … era alimentato dalla reazione di controtransfert per fare in modo che la rabbia non si riversasse sul terapeuta stesso (Hedges, L., 1994)…”

Non solo infatti l’operato della Giustizia, non pare placare le presunte vittime e i terapeuti che le hanno sostenute, ma la spirale di insoddisfazione e di rancore pare interminabile.
A riscontro di ciò è possibile vedere il forum CeSAP e il forum ADUC, divenuto ormai da tempo, a causa di qualche esaltato, una vera e propria cloaca.
http://www.cesap.net/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=showcat&catid=26
http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=155444

Il problema che rimane sul tavolo, è considerevole.
Se arkeon, come sono certo, non è una setta, che fine faranno allora tutte le persone che sono state indottrinate invece, in quella direzione?
Che senso avrebbero le migliaia di pagine del forum sul CeSAP a riguardo?
Che tipo di pressione ha generato questa informazione, pregiudizialmente proposta dalla Dott.ssa Tinelli, sui testimoni, nelle famiglie, nei media, nella società?
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/arkeon-e-i-cervelli-lavati-19-3-2009.html

Ma soprattutto chi e come lo andrà a spiegare a quelli che hanno creduto di essere delle “vittime della setta”?
Non credo siano interrogativi da poco.

Un giorno, alla Procura di Bari, ho assistito alla scena di una persona che si incatenava all’ingresso, con tanto di lucchetti e di fotografo al seguito.
Se ho ragione, ci sarà da aspettarsi gesti eclatanti, per attirare sempre più l’attenzione dei media.

A proposito di vittime.
Nella primavera del 2008 è stato pubblicato un libro estremamente interessante e coraggioso:
Il tempo delle vittime” di Eliacheff Caroline e Soulez Lariviere Daniel.
http://www.camerapenalemilano.it/NewsDetail.aspx?idNews=59

“…Nella società democratica, alla figura della vittima spetta ormai il ruolo che un tempo era proprio dell'eroe. È questa la constatazione da cui prende le mosse l'analisi della psicanalista Caroline Eliacheff e dell'avvocato Daniel Soulez Larivière. I due autori hanno condiviso le loro competenze e le loro esperienze per indagare l'attuale fenomeno dell'onnipresenza delle vittime nella società contemporanea. La tesi è semplice ma, prima d'ora, nessuno era mai riuscito a illustrarla così chiaramente. Dagli anni ottanta si è fatto strada, perlomeno nelle democrazie occidentali, l'atteggiamento vittimistico per cui una persona - o un gruppo - quando subisce un danno o un torto non solo chiede un risarcimento concreto ma diventa un simbolo carico di emotività, capace di sottomettere alla sua volontà tutti gli ingranaggi istituzionali e politici di una nazione. E se questa è la diagnosi dello stato di salute della nostra società, la prognosi è gravissima: di questo passo si può arrivare a distruggere la democrazia, e le stesse vittime, almeno quelle vere, non ne ricavano un reale vantaggio. Stiamo consegnando la nostra civiltà all'irrazionalità di un approccio emotivo e allo strapotere dei media, che sulle emozioni costruiscono audience. È per questo che i due autori di questo libro si sono assunti il rischio di parlare delle vittime con un tono diverso da quello della compassione…”.

Caroline Eliacheff, psicanalista, aveva già pubblicato nel 2003 insieme alla sociologa Nathalie Heinich: “Madri e figlie. Una relazione a tre” per Einaudi.
http://www.omnialibri.info/libri/donne/maternit-/madri-e-figlie.-una-relazione-a-tre-vid-204908.html?Itemid=1

Daniel Soulez Larivière, avvocato del foro di Parigi “…è stato il primo ad «inventare» un concetto e un dibattito che in Italia ha decisamente attecchito, molto più che nella patria di origine. Era il 1993, anno di terremoti giudiziari anche in Francia, e l' avvocato-giurista Soulez Larivière, protagonista di celebri processi, autore di una decina di libri sui problemi della giustizia, si vide rifiutare da due quotidiani una lettera nella quale spiegava come gli fosse materialmente impossibile difendere i suoi assistiti dagli effetti del connubio Giustizia-Mass media. «Gli atti giudiziari - ricorda - erano pieni di dettagli ininfluenti, ma appetitosi per il pubblico. Sembrava che il problema fosse quello di divertire la gente con scandali assortiti che giravano intorno all' indagine, ma non la riguardavano direttamente. Per chi si trova coinvolto, è come andare contro un muro di cemento armato. L' innocenza magari viene anche dimostrata, ma ormai il danno è fatto». La reazione a quel rifiuto fu un libro, Il circo mediatico-giudiziario, che venne pubblicato anche in Italia (Liberilibri editore, 1994), con poca eco…”.
http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/19/Parlai_per_primo_gogna_mediatica_co_9_070319121.shtml

C’è di che riflettere.

Pietro Bono

giovedì 25 giugno 2009

Arkeon: il Procedimento Civile per diffamazione 24-6-2009

C’è stato oggi a Bari un incontro relativo al Procedimento Civile contro le tre persone, tra cui la Dott.ssa Tinelli del CeSAP, accusate nel 2006 dal fondatore di arkeon, e da alcune associazioni e società a lui collegate, di diffamazione, relativamente alle trasmissioni del gennaio 2006 e del forum sul CeSAP.
Da ciò che ho potuto capire, quest’incontro tra le parti è stato richiesto dal Giudice Iura che ha sostituito il Giudice Michele Salvatore, radiato dal CSM. http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=1806&Itemid=1
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/articoli-sulla-vicenda-arkeon-16-3-2009.html

Nelle trasmissioni del 20-23-27 gennaio 2006, quelle di Costanzo, la Dott.ssa Tinelli e altri due testimoni parlando del percorso di arkeon, pronunciarono letteralmente queste frasi:
- Spillano soldi per corsi sul nulla…
- Attingono a varie tecniche di psicoterapia…
- Soggiogare persone…
- Piccoli grandi reati…
- Psicoterapia di gruppo…
- Truffata…
- Promessa di vita splendida…
- Non mi hanno detto il costo del seminario prima…
- Iniziazione come “sabba”…
- Simulazione di stupro…
- Tendono a recidere i legami…
- Hanno fatto smettere cure ufficiali…
- Abuso professione medica…
- Dismissione farmaci…
- Tentati suicidi per sconvolgimenti emotivi…
- Reati di natura fiscale…
- Coppie separate…
- Abusi sessuali subiti…
- No limits con minori…
- Venire trattenuti nel no limits…
- Il maestro promette guarigione fisica, psichica, spirituale…
- Memorie innestate…
- Meccanismi che tendono a isolare…
- Ascoltare solo le voci del maestro e non quelle dei genitori…
- Ecc.

Quando venni a conoscenza nel 2006 del Procedimento Civile e della richiesta di quattro milioni di euro come risarcimento per queste frasi e più ancora per quanto riportato sul forum del CeSAP relativamente ad arkeon, in quei mesi, restai piuttosto perplesso.
Mentre personalmente mi trovavo concorde verso un’iniziativa per tutelare il lavoro di arkeon e le famiglie, la richiesta di un risarcimento mi sembrava allora inopportuna oltre che eccessiva.
E il fatto di sapere che nel testo della richiesta era specificato che la totalità dell’eventuale risarcimento era da devolversi in beneficenza alla Suore di Madre Teresa, non mi consolava affatto.

A distanza di tre anni, devo ammettere che ho dovuto ricredermi.
Quello che ho visto sin ora, mi è più che sufficiente per comprendere che quella richiesta era legittima se commisurata al rischio che tali diffamazioni, e tutte quelle che hanno seguito, potevano generare sulla pelle di centinaia e centinaia di famiglie.
Come poi del resto è accaduto.

Quando ieri ho letto un commento di Piero sul “Caso arkeon”, mi è salito un moto di sdegno per il trattamento indegno e spregiudicato che gli è stato riservato.
http://ilcasoarkeon.wordpress.com/2009/04/24/perche-questo-sito/#comments

In: Arkeon e il prezzo della verità 6-6-2009 , accennavo al concetto di “tortura delle parti offese”.
http://stepbystepwalkingtogether.blogspot.com/2009/06/arkeon-e-il-prezzo-della-verita-6-6.html

Anche in: Arkeon e la verità 16-5-2009 , faccio riferimento a un gravissimo caso, quello di “Un altro ex”, sempre relativo alla “tortura delle parti offese”, analogo a quello di Piero.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-la-verita-16-5-2009.html

Piero scrive: “Sono un ex Arkeon, nonchè l’11° di quegli indagati da te citati, ahimè l’unico senza un’accusa (forse serviva un numero dispari per scaramanzia) e sono anche uno di quelli additati, come i miei figli alle scuole elementari, da chi ovviamente ha dato credito alle parole altisonanti inneggianti ad un moderno rogo inquisitorio dei giorni nostri. Sono uno di quelli che ha perso il lavoro e si adatta oggi a fare qualsiasi lavoretto (mi manca solo la pulizia dei vetri ai semafori e poi ho fatto di tutto) per campare e far campare 2 figli piccoli e sono anche uno di quelli che deve trovare mensilmente una cifra da “buttare” in avvocati che non possono nemmeno provare la mia innocenza o estraneità a qualsiasi fatto proprio pwerchè privo di qualsiasi accusa se non di aver partecipato, come altre centinaia di persone a corsi eruditivi a come sbrogliare matasse esistenziali. Sono passati 3 anni ormai e a volte mi si chiede di rivoltarmi contro, di costituirmi contro, forse proprio per essere “depennato” dalla lista degli accusati, mi si invita a “parlare”, ma io mi domando: “a parlare di che?”…”

Qui siamo di fronte non solo ad un sopruso.
Qui è presente una follia istituzionale.

Una brava persona, un buon padre di famiglia, viene inquisito dalla Procura di Bari.
Non risultano a suo carico, da quel è dato di conoscere, degli addebiti. Nessuno, pare, lo ha denunciato. Ma viene comunque chiesto per lui un rinvio a giudizio.

“TORTURA DELLE PARTI OFFESE”
Ora, se qualcuno non riusciva a capire di cosa si tratta, forse comincerà a capire.
Questa non è giustizia. Questo è terrorismo.
Tanto più grave in quanto compiuto da istituzioni che dovrebbero avere a cuore e tutelare i cittadini per bene.
Non torturarli.

Io ringrazio Piero per aver avuto, come sempre, il coraggio di dire ciò che molti altri, in questa vicenda, hanno subito ma non hanno avuto il coraggio di dire pubblicamente.
Molti potrebbero dire le stesse parole: “… a volte mi si chiede di rivoltarmi contro, di costituirmi contro, forse proprio per essere “depennato” dalla lista degli accusati, mi si invita a “parlare”, ma io mi domando: “a parlare di che?”…”.

Credo che le persone che hanno dato il via con le loro diffamazioni a questo massacro, possano sentirsi fiere del loro operato.
Se il loro obiettivo era quello di generare un clima di caccia alle streghe, ci sono riuscite.
Se il loro obiettivo era quello di squarciare quante più famiglie era possibile, ci sono riuscite solo in parte.
Perché una famiglia, ricca di valori e di umiltà come quella di Piero, neanche il demonio in persona riuscirebbe a scalfirla.

Pietro Bono


(Nell’Aprile 2011, in seguito alla morte di Carlo Fornesi, il Giudice ha sospeso il processo. Gli avvocati di Moccia, per non coinvolgere nel procedimento gli eredi di Fornesi, hanno preferito lasciar decadere il procedimento).

lunedì 8 giugno 2009

Arkeon: facciamo il punto 1 8-6-2009

Finalmente, dopo tre anni e mezzo, qualcosa di concreto comincia a venire fuori.
“…A Milano il collega (PM ndr) Giovanni Polizzi invece vaglierà le ipotesi di violenza sessuale contestate ad Antonio Morello, classe 1942. Due episodi che si sarebbero verificati con le stesse modalità a casa dell'indagato tra il 1999 e il 2002. Condizionando psicologicamente le sue vittime con la falsa autorità derivante dalla qualifica di “maestro” all'interno della setta, le avrebbe convinte di essere state da bambine vittime di pedofilia e che per superare il trauma dovevano sottoporsi a una terapia particolare. Quindi, con l'aggravante di aver abusato della loro condizione di inferiorità fisica, le avrebbe costrette a subire atti sessuali.
In un'altra occasione, si leggeva nella richiesta di custodia cautelare avanzata a suo tempo a Bari, l'uomo si sarebbe reso responsabile anche di uno stupro di gruppo”.

http://www.cronacaqui.it/news-ti-guariro-dai-traumi-infantili--violentate-da-un-finto-santone_22706.html

Ora io non ho elementi per approfondire questa specifica vicenda, se non quello di notare per l’ennesima volta un utilizzo, certo strumentale anche qui, della parola “setta”.
Su questo utilizzo, ripreso sia dagli Inquirenti e dalla Procura di Bari prima che dai media poi, devo dire qualcosa.
In realtà, a quanto mi è dato di sapere, l’appellativo di “setta” associato al percorso di arkeon, è presente per la prima volta nel famoso “dossier” redatto dalla Dott.ssa Tinelli del CeSAP, dopo una ricerca durata circa dieci anni, come lei sostiene nel 2006.
http://www.asaap.org/documenti/lettap-cesap.pdf

E che io sappia, la Dott.ssa Tinelli è la prima studiosa che, basandosi sulle teorie della Dott.ssa Singer, parla di arkeon esplicitamente come “setta”.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/arkeon-e-il-concetto-di-lavaggio-dl.html

Per essere ancora più esplicito, tutti, Procura di Bari compresa, hanno ripreso e divulgato pedissequamente questa “versione”, della “setta” e degli “adepti” basandosi sulla parola di chi, come la Dott.ssa Tinelli era stata a un certo punto, richiesta come consulente degli Inquirenti per avere uno studio sul gruppo arkeon appunto.
Da ciò che mi pare di aver capito, anche se non ne sono in realtà certo, questa consulenza per gli Inquirenti di Bari, sembra essere stata interrotta a seguito delle querele sporte dalle famiglie di arkeon dopo le trasmissioni televisive, anche nei riguardi della Tinelli, per diffamazione nel 2006.
Chi volesse farsi una idea di ciò che può accadere con questi generi di consulenze, può approfondire l’argomento qui: http://www.falsiabusi.it/casi/forno/forno01.html

Ma non è di questo che volevo parlare oggi.

Ciò di cui mi piacerebbe parlare è di una serie di articoli, a firma di Enrico Nardecchia.
“Setta del sesso, 11 persone verso il processo”
il Centro - 31 gennaio 2009 pagina 15 sezione: CRONACA
http://ricerca.quotidianiespresso.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2009/01/31/CC1CC_CC101.html

Sarò volutamente sgradevole. Ma, nell’ipotesi di una “setta del sesso”, a fronte di “…Due episodi che si sarebbero verificati con le stesse modalità a casa dell'indagato tra il 1999 e il 2002…”, mi viene proprio da pensare che arkeon proprio non si sia dimostrata all’altezza di questa nomea.
E altresì mi viene da pensare che il vero “sesso”, riscontrabile qui, sia quello legato alla morbosa masturbazione mentale e ai pruriti di certo giornalismo.
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=183

Mi viene anche da domandarmi come mai né il Signor Nardecchia , né tanto meno la Dott.ssa Tinelli e il suo CeSAP si siano occupati anche di abusi commessi a Bari proprio sotto i loro occhi. Abusi che affondano le loro radici lontano nel tempo, visto che anche ai miei tempi, in Università, non erano rare le relazioni tra Docenti e Studentesse.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/110-sesso-e-lode/2022070//0

Detto questo, tengo a chiarire e ribadire quanto da me esplicitato nella mia comunicazione alla FECRIS dell’Ottobre 2008: “…Ritengo possibile che qualche insegnante si sia approfittato della propria autorità per scopi personali, trascurando gli impegni di rispetto che si era assunto verso i propri allievi e verso il metodo arkeon. Se questo fosse accaduto mi auguro che la Giustizia Italiana possa fare presto chiarezza, e soprattutto ritengo importante che le persone danneggiate sappiano quale dispiacere, quale straziante dolore e smarrimento tutto ciò ha procurato in tante persone all’interno del percorso di arkeon.
Sul mio onore posso garantire che, laddove ciò fosse accaduto, certo si è trattato di episodi isolati…”
http://pietrobono.blogspot.com/2008/10/presidente-f.html

A questo desidero aggiungere anche che, qualora qualcosa di illecito in questo senso fosse avvenuto, è tanto più grave se connesso al fatto che il percorso lungo e articolato per gli insegnanti di arkeon, era proprio finalizzato alla tutela delle persone frequentanti i seminari, al rispetto della loro individualità e perché le esigenze personali dell’insegnante mai potessero sovrapporsi o interferire con una crescita autonoma e rispettosa delle persone e delle famiglie che, al percorso di arkeon, erano affluite con varie motivazioni.
Questo è importante dirlo, non perché agli insegnanti fosse richiesta la perfezione, ma proprio perché ben consci dell’umanità e dei limiti ad essa connessi, questa umanità fosse messa a servizio delle persone e delle famiglie frequentanti e non viceversa.

In conclusione, finalmente dopo più di tre anni, l’intento esplicito di delegittimazione attuato prima dalla Dott.ssa Tinelli del CeSAP (che utilizzò a tale scopo nei confronti di arkeon, anche accuse di “induzione al suicidio”), e poi da tanti altri, questo intento di delegittimazione, di demonizzazione e di criminalizzazione con l’utilizzo strumentale dell’attributo di “setta”, comincia a manifestarsi.
Mi auguro solo che anche altri magistrati ne siano informati e non cadano nella trappola.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-la-verita-16-5-2009.html

Sulla professionalità e sulla competenza della Dott.ssa Tinelli, su cui in buona sostanza è basato gran parte del risvolto accusatorio, e su cui, non verrà mai ripetuto abbastanza, pare basata la pesante accusa alla Dott.ssa Di Marzio, studiosa di religioni e di gruppi, di essere divenuta a sua volta leader della “setta” arkeon, ci sarà certo tempo e luogo di approfondire.
http://ilcasotinelli.blogspot.com/

Pietro Bono