LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


venerdì 25 novembre 2011

“SONO STATA INQUISITA SOLO PERCHE’ VOLEVO CAPIRE ARKEON” - Testimonianza al processo "Arkeon" della studiosa Raffaella Di Marzio



“SONO STATA INQUISITA SOLO PERCHE’ VOLEVO CAPIRE ARKEON”
Si alternano i testimoni davanti ai giudici della Prima Sezione Penale

Tratto da  "QUOTIDIANO DI BARI" - Giovedì 10 Novembre 2011



Nel corso dell’udienza svoltasi l’altro ieri davanti al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale presso il Tribunale di Bari relativa al “processo Arkeon” - il gruppo di miglioramento personale e reiki accusato da alcuni fuoriusciti di essere una vera e propria “setta” -  tra le testimonianze ascoltate in aula spicca quella della psicologa Raffaella Di Marzio, una delle più importanti esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, anch’ella interessata in passato al caso Arkeon.  Il lavoro di ricerca dell’esperta su Arkeon non è stato semplice, anche perché è stato detto e scritto molto su questo gruppo. E il primo passo da compiere, come ha ripetuto la Di Marzio dinanzi ai giudici baresi per analizzare correttamente il caso, è stato proprio quello di evitare “condizionamenti”  basati sulle prese di posizione dei mass-media e di sedicenti esperti non adeguatamente qualificati.  In base agli studi effettuati la psicologa ha spiegato che il gruppo Arkeon non presenta le caratteristiche della setta, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi, resi tuttavia impossibili dalla particolare situazione ambientale che ha caratterizzato tutta la gestione del dossier Arkeon fin dagli esordi: “Sarebbe stato mio vivo desiderio proseguire con gli approfondimenti - ha precisato l’esperta in aula martedì mattina - ma la mia attività scientifica è stata inspiegabilmente ostacolata; sono addirittura stata inquisita per il solo fatto di aver voluto avviare uno studio, procedimento poi ovviamente archiviato”.
Secondo la Di Marzio, tra gli aspetti individuati che allontanano Arkeon dalla definizione di setta, in particolare figurano la presenza di autocritica all’interno del gruppo e la possibilità per gli iscritti di prendere decisioni anche al di fuori dell’autorizzazione o del punto di vista dei cosiddetti “Maestri”.  La psicologa ha dichiarato nel suo studio su Arkeon – confermato in Aula ai Giudici – la sua opinione sull’organizzazione di Moccia, resa nota fin dal 2008, e cioè che “…solitamente una  setta tende a fagocitare i suoi membri, separandoli dagli altri gruppi di appartenenza come famiglia e amici, e a prosciugare i beni materiali e le risorse mentali delle persone che ne fanno parte, molte delle quali vi entrano con l’inganno, senza rendersi conto di cosa sia veramente il gruppo al quale aderiscono”.
Durante l’incontro del gruppo Arkeon a cui ha preso parte per studiare da vicino il fenomeno, la prof. Di Marzio non ha riscontrato queste caratteristiche. A proposito la teste ha anche spiegato che “Vito Carlo Moccia - leader del gruppo - era salutato da tutti con affetto, ma era anche criticato con vigore da alcuni che non si sono mostrati per nulla reticenti nel dirgli quello che pensavano di Arkeon e di quanto stava accadendo. Moccia non era un capo indiscusso, anzi, chi voleva prendeva la parola facendo considerazioni personali su quello che era accaduto, nessuno è stato censurato, e nessuno ha offerto soluzioni preconfezionate”.  “La mia sensazione è stata di trovarmi davanti a un gruppo che non riporta le caratteristiche della setta. Ho notato la presenza di due realtà opposte l’una all’altra: quella descritta dai media e in internet, e quella che ho osservato con i miei occhi”, la spiegazione resa ancora davanti ai giudici del collegio giudicante barese. 
Dallo studio e dall’esperienza diretta della psicologa è emerso che “Arkeon, come altri movimenti e gruppi in Italia e nel mondo, è un percorso nel quale si sono ritrovate persone che cercano risposte su se stessi, sulla vita, sulla morte, sulla sofferenza”.  In conclusione l’esperta ha dichiarato che nel suo studio ha capito che non bisogna affrettare troppo le conclusioni e non formulare giudizi sull’onda dell’emotività come in certe campagne mediatiche. Insomma bisognerebbe fare attenzione alla cosiddetta  ‘setta degli antisette:  gente poco preparata che interviene a sproposito, disposta a tutto allo scopo di ottenere spazio sui giornali, con metodi identici a quelli delle sette che questi gruppi dicono di voler combattere.
                                                                   
                                                   Francesco De Martino

3 commenti:

Anonimo ha detto...

in galera tutti infami approfittatori della psiche della gente........se esiste un inferno quello è per voi figli di puttana.

Anonimo ha detto...

infame di merda nn li pubblichi i commenti eh? vergognati te e il tuo guru....l'hai preso anche te in culo da piccolo? siete la merda dell'umanità.

Anonimo ha detto...

Vedo che ci sono persone evidentemente sotto pressione.

I "plagiati" -e CHI LI STA VEICOLANDO- esaminino attentamente i loro comportamenti nefasti e ridicoli.
Facciano un pò di mente lucida.
Ma che significato ha tutto questo?

Quando si percorre una strada o un cammino per sanare la propria Esistenza bisogna sempre domandarsi se ciò che viene vissuto, compiuto e deciso sia stato fatto in totale autonomia e completa libertà e che tutto questo, quiundi, in noi, abbia formato e fatto giungere o sgorgare quelle che sono divenute le decisioni, gli atti, le scelte e i comportamenti, i modi di essere interiori ed esteriori.
Capire la diffirenza fra dire "sì" e dire "no", è importante.

Evidentemente queste persone, hanno fisicamente compiuto ciò che di per sè non è stato esattamente e propriamente qualcosa che appartenesse a sè stesse, ma è come se avessero ricevuto un incarico, e adesso sembrano lamentarsene con un presunto cattivo datore di lavoro.

Ma questo atteggiamento è veramente infantile. E ripeto, ridicolo.