LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


venerdì 26 giugno 2009

Arkeon: facciamo il punto 2 26-6-2009

Mi sono domandato più volte in questi mesi quale destino attende i bambini e le persone coinvolti nei “falsi abusi”. Cosa accade cioè a coloro che per diverso tempo vengono sollecitati verso una verità che, di fatto, non esiste se non nella testa di chi li circonda, più o meno in buona fede.
Già a Gennaio 2009, nel dibattito che aveva seguito la chiusura del sito “Allarme Scientology” da parte di Martini stesso http://covilt.myblog.it/archive/2009/01/13/anche-allarme-scientology-cade.html , mi chiedevo del destino di Federico, il piccolo coinvolto anche lui in una sciagurata ricerca di “mostri”, che il più delle volte esistono solo nella fantasia di taluni.
http://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/62573ec550f20a22?hl=it&
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=177

In questi anni, nello stesso modo, mi sono domandato spesso quale possa essere il destino di coloro che hanno creduto alle allettanti sirene che hanno detto e scritto peste e corna del lavoro di arkeon.
Mi riferisco a coloro che sono stati coinvolti più o meno in buona fede in questa vicenda.
Diverso è naturalmente il caso di coloro, come la famosa “coppia del nord”, vivacemente presente anche sul forum CeSAP, che ha sostenuto di essere stata truffata di 100.000 euro, senza spiegare però sia il tentativo di acquisto, da parte di questa stessa famiglia all’inizio del 2006, dei marchi arkeon, e senza spiegare neanche come, a fronte di 100.000 euro “truffati” loro dal fondatore di arkeon, lo stesso fondatore, per certo, avesse aperto proprio in quegli anni, a favore della stessa famiglia una fideiussione di oltre 500.000 euro.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=225005&IDCategoria=1
http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2009/01/31/CC1CQ_CC101.html

Misteri a parte, quello delle vittime, e ancor più, il destino di coloro a cui è stato fatto credere di essere vittime, è un argomento che mi interessa particolarmente.
Ed è un argomento che, non a caso riguarda il nucleo di ciò che viene definito “abuso”, cioè il far passare per verità, una menzogna.

La questione evidentemente è molto delicata e complessa, perché mentre laddove, diciamo così, la “vittima” è realmente tale, è possibile l’accertamento e la definizione della verità dei fatti.
Al contrario, quando la “vittima” non è realmente tale, ma viene soltanto “convinta” di esserlo, allora, sorge un complesso problema. Come si fa’ a prendersi cura di “qualcosa” che in realtà non è mai avvenuto? Come si può liberare la “falsa vittima” dal “doppio inganno” subito?

Questo è solo uno dei drammatici problemi che si creano nei casi di “falso abuso”.

Pur non essendo un esperto del settore, mi pare che, per quanto riguarda gli adulti, un contributo notevole in questo settore sia stato offerto dalla Dott.ssa Lorna Goldberg dal 2003 membro del Consiglio Direttivo dell’ICSA International Cultic Studies Association .
In uno stimolante articolo “Un punto di vista circa i ricordi recuperati, i terapeuti, i leader di sette e le influenze negative”, Lorna Goldberg tratta contemporaneamente più argomenti, a mio avviso, di rilevante interesse.
http://www.cesap.net/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=647
http://www.blgoldberg.com/MEMORIES.htm

Il primo riguarda il trattamento dell’abuso sessuale.
Il secondo riguarda l’induzione di false memorie da parte di sette e terapeuti.
Il terzo riguarda i rischi generati dall’ingresso, nella formazione di personale specializzato, da parte delle vittime stesse.
Questo, di cui riporto in parte il testo, è un ulteriore argomento trattato che mi preme sollecitare. E cioè la spirale perversa che può generarsi, in alcuni casi, tra paziente e terapeuta.

“…I pazienti dei terapeuti dei traumi, particolarmente quelli che erano più ansiosi e suggestionabili, spesso accettavano il suggerimento che si fosse verificato un abuso, perché questa diventava una semplice risposta circa la causa di tutti i loro problemi e del loro dolore. In questo modo, questi pazienti erano simili a coloro che venivano reclutati con successo dalle sette. Avere semplici risposte riguardo alle difficoltà della vita può essere molto rassicurante.

Inoltre, Brenneis, in un articolo scritto di recente per il JAPA (JAPA: The Journal of the American Psychoanalytic Association – Il periodico dell’associazione americana di psicoanalisi – pubblicazione ufficiale di questa associazione. N.d.t.) ha indicato che il paziente ansioso cerca conforto, guida e affiliazione presso la persona che considera un esperto. La suggestione opera nell’area del dubbio e dell’incertezza. La forza delle convinzioni (del terapeuta) porta il paziente su un falso percorso: conforto e guida richiedono affiliazione e l’affiliazione richiede a sua volta un certo grado di accettazione o di accordo con le idee del terapeuta (Brenneis, pag. 1034).

Brenneis evidenzia inoltre che in questo modo sia il terapeuta che il paziente trovano quello che stanno cercando: il terapeuta trova la conferma alle sue convinzioni e il paziente trova “chiarezza cognitiva e affiliazione con una figura di autorità che lo approva” (Brenneis, 1035).

Ganaway afferma che il nuovo sistema di credenze si sostituisce ai sintomi che avevano portato il paziente ad andare dal terapeuta. In questo modo, mentre il paziente ottiene una nuova identità e soddisfa un suo desiderio di affiliazione attraverso l’appartenenza ad un gruppo di vittime di all’abuso sessuale, il terapeuta svia il paziente dalla comprensione del vero e più complesso significato dei sintomi e dalle difese ad essi sottostanti (Ganaway, 1994).

Molti di questi pazienti possono provare una rabbia sempre più intensa man mano che passa il tempo. Questo aumento della rabbia può essere causato dal fatto che questi pazienti non si sentono meglio a livello emotivo, dato che i loro reali problemi non sono stati risolti. E, alcuni, hanno inoltre perduto il supporto fornito dalla famiglia. Inoltre, si può verificare il fenomeno del contagio, in quanto la rabbia del paziente viene fatta esplodere ed inasprita dalla rabbia del terapeuta e/o da quella dei membri del gruppo. I terapeuti, spesso, potrebbero unire la loro rabbia contro gli “abusatori” a quella del paziente. Essi potrebbero abbandonare la loro posizione neutrale ed incoraggiare il paziente a prendere provvedimenti contro gli abusatori (azioni legali incluse). Questo unirsi alle azioni del paziente contro gli abusatori, di solito rappresentati dai genitori, era alimentato dalla reazione di controtransfert per fare in modo che la rabbia non si riversasse sul terapeuta stesso (Hedges, L., 1994). Tagliare la relazione con i membri della famiglia serviva anche ad aumentare la dipendenza del paziente nei confronti del terapeuta. Venire a conoscenza di queste vicende fu inquietante…”

La mia percezione di quanto sta’ accadendo da ormai più di tre anni rispetto al caso arkeon, è quella che in qualche modo è descritta, soprattutto nell’ultima parte, nell’articolo dalla Dott.ssa Goldberg.
“…I terapeuti, spesso, potrebbero unire la loro rabbia contro gli “abusatori” a quella del paziente. Essi potrebbero abbandonare la loro posizione neutrale ed incoraggiare il paziente a prendere provvedimenti contro gli abusatori (azioni legali incluse). Questo unirsi alle azioni del paziente contro gli abusatori … era alimentato dalla reazione di controtransfert per fare in modo che la rabbia non si riversasse sul terapeuta stesso (Hedges, L., 1994)…”

Non solo infatti l’operato della Giustizia, non pare placare le presunte vittime e i terapeuti che le hanno sostenute, ma la spirale di insoddisfazione e di rancore pare interminabile.
A riscontro di ciò è possibile vedere il forum CeSAP e il forum ADUC, divenuto ormai da tempo, a causa di qualche esaltato, una vera e propria cloaca.
http://www.cesap.net/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=showcat&catid=26
http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=155444

Il problema che rimane sul tavolo, è considerevole.
Se arkeon, come sono certo, non è una setta, che fine faranno allora tutte le persone che sono state indottrinate invece, in quella direzione?
Che senso avrebbero le migliaia di pagine del forum sul CeSAP a riguardo?
Che tipo di pressione ha generato questa informazione, pregiudizialmente proposta dalla Dott.ssa Tinelli, sui testimoni, nelle famiglie, nei media, nella società?
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/arkeon-e-i-cervelli-lavati-19-3-2009.html

Ma soprattutto chi e come lo andrà a spiegare a quelli che hanno creduto di essere delle “vittime della setta”?
Non credo siano interrogativi da poco.

Un giorno, alla Procura di Bari, ho assistito alla scena di una persona che si incatenava all’ingresso, con tanto di lucchetti e di fotografo al seguito.
Se ho ragione, ci sarà da aspettarsi gesti eclatanti, per attirare sempre più l’attenzione dei media.

A proposito di vittime.
Nella primavera del 2008 è stato pubblicato un libro estremamente interessante e coraggioso:
Il tempo delle vittime” di Eliacheff Caroline e Soulez Lariviere Daniel.
http://www.camerapenalemilano.it/NewsDetail.aspx?idNews=59

“…Nella società democratica, alla figura della vittima spetta ormai il ruolo che un tempo era proprio dell'eroe. È questa la constatazione da cui prende le mosse l'analisi della psicanalista Caroline Eliacheff e dell'avvocato Daniel Soulez Larivière. I due autori hanno condiviso le loro competenze e le loro esperienze per indagare l'attuale fenomeno dell'onnipresenza delle vittime nella società contemporanea. La tesi è semplice ma, prima d'ora, nessuno era mai riuscito a illustrarla così chiaramente. Dagli anni ottanta si è fatto strada, perlomeno nelle democrazie occidentali, l'atteggiamento vittimistico per cui una persona - o un gruppo - quando subisce un danno o un torto non solo chiede un risarcimento concreto ma diventa un simbolo carico di emotività, capace di sottomettere alla sua volontà tutti gli ingranaggi istituzionali e politici di una nazione. E se questa è la diagnosi dello stato di salute della nostra società, la prognosi è gravissima: di questo passo si può arrivare a distruggere la democrazia, e le stesse vittime, almeno quelle vere, non ne ricavano un reale vantaggio. Stiamo consegnando la nostra civiltà all'irrazionalità di un approccio emotivo e allo strapotere dei media, che sulle emozioni costruiscono audience. È per questo che i due autori di questo libro si sono assunti il rischio di parlare delle vittime con un tono diverso da quello della compassione…”.

Caroline Eliacheff, psicanalista, aveva già pubblicato nel 2003 insieme alla sociologa Nathalie Heinich: “Madri e figlie. Una relazione a tre” per Einaudi.
http://www.omnialibri.info/libri/donne/maternit-/madri-e-figlie.-una-relazione-a-tre-vid-204908.html?Itemid=1

Daniel Soulez Larivière, avvocato del foro di Parigi “…è stato il primo ad «inventare» un concetto e un dibattito che in Italia ha decisamente attecchito, molto più che nella patria di origine. Era il 1993, anno di terremoti giudiziari anche in Francia, e l' avvocato-giurista Soulez Larivière, protagonista di celebri processi, autore di una decina di libri sui problemi della giustizia, si vide rifiutare da due quotidiani una lettera nella quale spiegava come gli fosse materialmente impossibile difendere i suoi assistiti dagli effetti del connubio Giustizia-Mass media. «Gli atti giudiziari - ricorda - erano pieni di dettagli ininfluenti, ma appetitosi per il pubblico. Sembrava che il problema fosse quello di divertire la gente con scandali assortiti che giravano intorno all' indagine, ma non la riguardavano direttamente. Per chi si trova coinvolto, è come andare contro un muro di cemento armato. L' innocenza magari viene anche dimostrata, ma ormai il danno è fatto». La reazione a quel rifiuto fu un libro, Il circo mediatico-giudiziario, che venne pubblicato anche in Italia (Liberilibri editore, 1994), con poca eco…”.
http://archiviostorico.corriere.it/2007/marzo/19/Parlai_per_primo_gogna_mediatica_co_9_070319121.shtml

C’è di che riflettere.

Pietro Bono

1 commento:

Anonimo ha detto...

scrivi:
"la famosa “coppia del nord”,[...] senza spiegare però sia il tentativo di acquisto, da parte di questa stessa famiglia all’inizio del 2006, dei marchi arkeon, e senza spiegare neanche come, a fronte di 100.000 euro “truffati” loro dal fondatore di arkeon, lo stesso fondatore, per certo, avesse aperto proprio in quegli anni, a favore della stessa famiglia una fideiussione di oltre 500.000 euro."
dove sono le prove?
almeno per la fideiussione ci dovrebbero essere...
e poi a che titolo???
perquale motivo???
in che data???
gradirei avere delle risposte certe, grazie
uno che cerca la verità