“…sono stato informato dalla dottoressa Tinelli che sul suo blog si stava parlando, non benissimo, anche di me. Mi spiegava anche che ciò sarebbe dovuto al fatto, da lei non voluto, che un mio documento assolutamente riservato e riguardante Arkeon è stato pubblicato in rete a sua e, soprattutto, mia insaputa. A onor del vero, la responsabile del CeSAP mi ha ben spiegato di aver portato tale scritto, nella sua disponibilità, ad una commissione del Senato che le richiedeva documentazione relativa alla "manipolazione mentale". Orbene, io non ero affatto al corrente di ciò, che altrimenti mi sarei premurato di assicurarmi che detto lavoro non fosse reso pubblico. Ciò non certo perchè non ne riconosca la paternità o non vi figurino le mie convinzioni, sia chiaro, ma solo perchè è un lavoro che si trova nella triplice condizione di essere non definitivo, nato con specifiche finalità e, soprattutto, pieno di nomi di persone a vario titolo coinvolte nella nota faccenda. So, poi, per certo che la stessa dottoressa Tinelli aveva chiaramente espresso la necessità di usare particolare cautela nell'utilizzo di materiale attinente, tra l'altro, un procedimento in corso, pertanto non so a quale livello si situi la "leggerezza" di aver divulgato con avventatezza quello studio…”.
Quindi prosegue:
“…Fatto è che quanto lei mi addebita sul suo blog, cioè di aver dato "in pasto all'intera nazione", da solo o in combutta con altri, le vicende personali delle persone citate è assolutamente falso. Pertanto, la sua inquietante chiamata in correità circa un eventuale evolversi negativo delle esistenze di non specificate persone ("Ora il mio timore riguarda un numero ancora maggiore di persone, trascinate senza scrupoli in questa delirante vicenda"), fatta dopo aver accennato alla fine del povero dottor Fornesi, non ha alcun senso…”.
…
Per poi concludere:
“…Poichè, però, vedo sul suo blog il banner "Primo, non diffamare", capisco che è d'accordo con me sul fatto che affermare, senza prove, fatti e giudizi irrispettosi che potrebbero essere errati rappresenti un atto grave, peraltro sanzionato dal codice. Se ci pensa, è proprio ciò che imputava a me. Rubricherò, per ora, lo spiacevole episodio alla voce malinteso. La saluto, quindi, sperando di aver chiuso questa incresciosa questione”.
Intanto ringrazio il Dott. Corvaglia per il suo prezioso chiarimento.
Mi scuso anche con lui se gli ho attribuito una responsabilità - quella cioè di aver portato in sede di Commissione Giustizia del Senato un documento lasciando per esteso nomi di persone e testimoni in un procedimento delicato e complesso - che, da quanto mi pare di capire, riguarda esclusivamente la Dott.ssa Lorita Tinelli.
D'altronde, da quanto ho potuto capire, tutto il materiale che viene inviato alla Commissione del Senato viene pubblicato sul quel sito perché, nel momento in cui diventa oggetto di discussione pubblica nella Commissione, automaticamente deve essere messo a disposizione di tutti. La discussione in una Commissione istituzionale non è segreta e se uno manda un documento quello diventa pubblico.
E sul sito del Senato è messa in evidenza questa dicitura:
Documenti acquisiti dalla Commissione
In questa sezione sono disponibili per consultazione documenti che la Commissione acquisisce nel corso della propria attività e che non rientrano fra gli atti pubblicati dal Senato.
Trattandosi di documenti prodotti da enti e personalità estranei al Senato, la responsabilità per il loro contenuto è interamente degli stessi autori.
www.senato.it/
Quello che soltanto vorrei aggiungere alle importanti precisazioni del Dott. Corvaglia, sono delle mie personali considerazioni e osservazioni:
- Intanto io ho semplicemente visionato un documento, firmato da Luigi Corvaglia, su un sito del Senato (che aveva tutto il diritto di pubblicarlo essendo oggetto di una discussione pubblica di estrema rilevanza) e mi lamentavo del fatto che ci fossero nomi e cognomi in chiaro. E certo la responsabilità non è del personale del Senato che ha fatto il suo dovere rendendo pubblici i documenti.
- Mi rendo conto, grazie alle precisazioni del Dott. Corvaglia, che la responsabilità di non aver eliminato nomi e riferimenti da quel documento e da altri quali una sentenza di Milano è forse esclusiva della Dott.ssa Tinelli. Cosa assai grave, credo, per una psicologa iscritta all’albo che dovrebbe tutelare i soggetti esposti come in questo caso, e non invece strumentalizzare forse le persone che le si erano affidate.
- La sede in cui la Dott.ssa Tinelli ha portato quei documenti è una sede PUBBLICA, ISTITUZIONALE, dove era in corso un dibattito PUBBLICO tra studiosi che avevano, così come ogni cittadino italiano, il DIRITTO di visionare quei documenti. La “leggerezza” non è certo del personale del Senato ma ritengo sia di Lorita Tinelli.
- In conclusione mi lascia un po’ perplesso il fatto che il Dott. Corvaglia sembra in qualche modo essere, per così dire, un po’ risentito con me quando invece, per come la vedo io, farebbe forse meglio a chiarire le sue rimostranze direttamente con la Dott.ssa Tinelli che, se ho ben compreso, ha usato impropriamente lo studio di un collega psicologo ignaro.
Pietro Bono
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