
Questa mattina l’ultimo saluto verrà celebrato a Milano.
Non mi permetterei di scrivere di qualcuno come Edoardo, se non per un motivo: perché glielo devo.
Edoardo è stata una delle persone conosciute nel percorso di arkeon, che più mi ha colpito favorevolmente.
E anche se può apparire strano, il mio particolare affetto per quest’uomo era dovuto ai suoi “difetti”.
O meglio, alla sua capacità di non cercare di nasconderli.
Questa sua incapacità all’ipocrisia, per me e credo per molti di coloro che lo hanno conosciuto, è stata un insegnamento prezioso. Anche perché estremamente raro.
La maggior parte delle persone cerca di occultare i propri difetti, o comunque ciò che ritiene tali.
Edoardo no.
Eppure stranamente, chi lo ha conosciuto un po’ meglio, di lui ricorda la sua sensibilità e intelligenza, nascosta magari dietro una apparente ruvidezza, e soprattutto ricorda il suo coraggio.
Sì perché Edoardo, per come l’ho conosciuto io, è stato un combattente.
Pochi, credo, hanno combattuto nella vita come lui.
Combattuto in quella che io amo definire “la battaglia contro l’amore”.
In questa battaglia, che io sappia, due sole volte si è lasciato sconfiggere.
La prima per amore di suo padre.
La seconda per il suo prediletto figlio Alessandro.
Io che di questa “battaglia” me ne intendo, immagino quanta fatica abbia dovuto sostenere Edoardo.
Ora finalmente, come è inevitabile che sia, l’amore ha vinto.
E sono certo che nessuna sconfitta è stata, per Edoardo, più dolce e più desiderata di questa.
E ora che è tornato a casa, tra le braccia di suo Padre, posso dirgli senza più timore di ferirlo: “Grazie Edo, grazie di cuore”.
Pietro
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