LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


sabato 24 aprile 2010

Arkeon: perseguiti per reati o per la Fede? 24-4-2010

In questi giorni sono un po' inquieto.

Sarà forse l'effetto del digiuno che ho intrapreso da una decina di giorni.
O forse, questo malessere, è legato alle ultime vicende mediatiche relative ad arkeon.
"Chi l’ha visto?" Raitre - Puntata del 19-4-2010
1 - http://www.youtube.com/watch?v=CzxkH8naQ5g
2 - http://www.youtube.com/watch?v=qXTHZr-gtXI
3 - http://www.youtube.com/watch?v=OupkxzV0NCo

Così, ho riletto più volte le frasi di Davide. E anche le mie.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/04/arkeon-risposta-davide-20-4-2010.html

Rileggendo tutto ciò stamani, mi è balenato d’improvviso in mente il titolo del bel articolo che il rabbino Alon Goshen-Gottstein, direttore del Elijah Interfaith Institute con sede a Gerusalemme, ha scritto per il “The Jerusalem Post”: “Siamo dei cattivi ascoltatori” 11/04/ 2010
http://www.fraticappucciniinsardegna.it/component/content/article/1-ultime/268-padre-raniero-cantalamessa.html
http://www.jpost.com/Opinion/Op-EdContributors/Article.aspx?id=172800

In questo articolo il rabbino tratta del contenuto dell’omelia del Venerdì Santo pronunciata da Padre Raniero Cantalamessa: “Abbiamo un grande Sommo Sacerdote”.
http://www.cantalamessa.org/it/predicheView.php?id=353

Scrive nel suo articolo Alon Goshen-Gottstein:
“…Guardiamo le notizie e rimaniamo ciechi davanti alle vere novità. I titoli a sensazione ci fanno perdere di vista ciò che è veramente degno di nota, nuovo e ispirante…”.

E’ vero.
Difatti anch’io, leggendo il commento di Davide, avevo trascurato molti aspetti.
E oggi è su uno di questi che vorrei ragionare, se possibile.

Scrive Davide:
“… togliamo anche la viltà e la bassezza con la quale sono state mostrate in pubblico immagini della confessione di un sacerdote che avrebbero potuto benissimo rientrare nel processo ma non diffuse in televisione a spregio della dignità di chiunque…”.

La cosa che oggi mi viene da dire a Davide è:
“No, per favore, non togliamo questo aspetto. Questo è il fulcro, il senso di tutto quanto sta accadendo. Se togliamo questo, non potremo mai comprendere”.

All’interno di tutto questo si celano infatti molti inganni.
Certo il montaggio, fatto di abili “taglia e cuci”, è stato effettuato da un sapiente regista. Che conosceva bene dove voleva arrivare. E ancor più come arrivarci.
Questa cosa si era già manifestata in modo evidente con gli articoli dell’Unità.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/04/arkeon-bellu-e-bono-21-4-2010.html

Ma qui l’arte è stata molto più sopraffina. E questo è il risultato.
“…immagini della confessione di un sacerdote che avrebbero potuto benissimo rientrare nel processo ma non diffuse in televisione a spregio della dignità di chiunque…”.

Ho gia scritto come la penso in due post precedenti.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/04/arkeon-risposta-davide-20-4-2010.html
http://pietrobono.blogspot.com/2010/04/arkeon-caro-padre-angelo-ti-scrivo-22-4.html

Sono certo che non solo Davide è caduto nella trappola, ma in moltissimi. Inevitabilmente.
Questo perché era un trappola micidiale.

In realtà, tutto questo che riguarda Padre Angelo non a nulla, nulla a che vedere con nessun processo.
Ciò che lui ha detto e ciò che lui ha fatto, non ha minimamente niente a che vedere con responsabilità o reati. Al massimo con questioni di coscienza e di dottrina.

Ma c’è un altro aspetto ancora più importante.

In questi giorni viene chiesto da più parti alla Chiesa ed ai suoi vertici di prendersi la responsabilità di fatti gravi, agiti da sacerdoti, accaduti nel passato prossimo e remoto.
Ciò che Padre Angelo ha fatto spontaneamente (siamo credo nel 2004) è proprio questo. E lo ha fatto per questioni certo ben meno gravi e delicate di quelle che campeggiano ogni giorno sui quotidiani.

In un tempo in cui tutti, a destra e a manca, vogliono la verità e le scuse e pestano i piedi, un sacerdote viene “linciato” in televisione e perché?
Perché è proprio quello che, spontaneamente, lui ha fatto già qualche anno prima. Chiedere scusa e dire la verità.

Trovo tutto questo molto interessante. Considerando poi soprattutto che Padre Angelo non ha fatto proprio alcun male a nessuno.
Ma viene "linciato" lo stesso. E in quel modo. Come un criminale depravato.
Trovo molto istruttivo tutto ciò.

Scrive ancora il rabbino Alon Goshen-Gottstein, a proposito dell’omelia del Venerdì Santo pronunciata da Padre Raniero Cantalamessa:
“…Egli usa questo momento nella basilica di San Pietro, in presenza del papa, per augurare “Buona festa di Pasqua” agli ebrei! Nel leggere questo mi sono chiesto: quando mai, prima di adesso, un discorso del Venerdì Santo fu usato per questo scopo? Probabilmente mai. Perché diamo per scontato questo gesto di buona volontà? Perché passiamo sopra di esso in silenzio? Pensare agli ebrei come fratelli di fede durante la liturgia papale del Venerdì Santo è il frutto di decenni di lavoro nel campo delle relazioni giudeo-cristiane. Che questo abbia potuto essere detto così naturalmente e quasi a caso, questa è la vera notizia…”.

Così stamani sono andato a leggere finalmente questa omelia, che tanto scalpore ha suscitato.
Ecco cosa scrive Padre Raniero:

“…Nell’anno sacerdotale, la liturgia del Venerdì Santo ci permette di risalire alla sorgente storica del sacerdozio cristiano. Essa è la fonte di entrambe le realizzazioni del sacerdozio: quella ministeriale, dei vescovi e dei presbiteri, e quella universale di tutti i fedeli. Anche questa infatti si fonda sul sacrificio di Cristo. Egli, dice l’Apocalisse, “ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue e ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo” (Ap 1, 5-6). È di vitale importanza perciò capire la natura del sacrificio e del sacerdozio di Cristo perché è di essi che sacerdoti e laici, in modo diverso, dobbiamo recare l’impronta e cercare di vivere le esigenze…”.

E più avanti:

“…La novità è questa. Ogni altro sacerdote offre qualcosa fuori di sé, Cristo ha offerto se stesso; ogni altro sacerdote offre delle vittime, Cristo si è offerto vittima! Sant’Agostino ha racchiuso in una formula celebre questo nuovo genere di sacrificio in cui sacerdote e vittima sono la stessa cosa: “Ideo sacerdos, quia sacrificium”: sacerdote perché vittima…”.

“…Giovanni Paolo II ha inaugurato la pratica delle richieste di perdono per torti collettivi. Una di esse, tra le più giuste e necessarie, è il perdono che una metà dell’umanità deve chiedere all’altra metà, gli uomini alle donne. Essa non deve rimanere generica e astratta. Deve portare, specie chi si professa cristiano, a concreti gesti di conversione, a parole di scusa e di riconciliazione all’interno delle famiglie e della società…”.

Sono parole che non richiedono commenti, credo.

Il rabbino Alon Goshen-Gottstein così concludeva poi l’articolo sul “The Jerusalem Post”:

“…Ma anche noi dobbiamo esprimere il nostro rincrescimento per aver mancato di ascoltare il messaggio come fu pronunciato, per aver permesso ai media di creare una falsa storia, ignorando quella vera…”
“…Il tema dell’omelia del predicatore era contro la violenza. Questi ultimi giorni ci hanno mostrato di nuovo come anche il cattivo ascolto può essere fonte di violenza”.


Parole sante, parole sante.

Pietro Bono

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Prima di tutto, spero che il digiuno sia una questione passaggera e già risolta. Detto questo, è vero che c'è in corso un attacco alla Chiesa ed è verissimo che si strumentalizza ogni cosa, anche contro la legge, per i propri fini. Ma prima o poi, i nodi verranno al pettine.
Ciao
S&P

Pietro Bono ha detto...

@ S&P: sono daccordo anch'io, i nodi verranno al pettine.
Per quanto riguarda il digiuno, non è una cosa passeggera e sta proseguendo pacificamente.
Un caro saluto
Pietro