Desidero rendere giustizia alla vicenda “arkeon”. E' stata una esperienza ventennale e certo non è stata scevra da errori. Ma è stato un cammino di rispetto: per i valori familiari, per l’identità delle persone, per una autentica e libera ricerca di significato della propria esistenza. Per molti è stata la strada del ritorno verso casa, verso le proprie radici familiari. E, pur trattandosi di un’esperienza a-confessionale, per molti ha avuto un imprevisto effetto collaterale, quello della Fede
LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”
Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”
Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione
Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale
Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS
Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po
Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia
venerdì 16 aprile 2010
Arkeon, “Le storie di atrocità”: verità o invenzione ? 16-4-2010
tratto da CeSAP www.cesap.net
Mercoledì 14 Aprile 2010 21:19
Ci viene comunicato che uno dei pochi membri attivi di Arkeon (indagato per concorso in calunnia) fantastica circa una fantomatica azione diffamatoria del CeSAP su delle strutture ricettive in cui si svolgevano seminari di Arkeon.
Pubblichiamo di seguito la lettera che fu spedita ad alcune delle strutture ricettive di cui ci fecero notizia fuorusciti di Arkeon e che erano presenti sui siti e sulle bochures dello stesso gruppo. Tale lettera fu allegata dai vari membri di Arkeon nelle varie denunce che presentarono alle tante Procure d'Italia, secondo il Kit che gli avvocati del fondatore di Arkeon predisposero opportunamente. I PM e i GIP di tali Procure ritennero tale prova, insieme ad altri documenti, assolutamente non diffamatoria (da qui le varie archiviazioni e le conseguenti azioni di denuncia per concorso in calunnia).
Pubblicando la presente chiediamo pubblicamente alle tante strutture ricettive, come non abbiamo sentito le urla provienienti dalle stanze in cui i membri di Arkeon saggiavano le loro dinamiche. Come qualcuno non abbia notato il passaggio di bare, come nessuno dei dipendenti non abbia notato che membri di Arkeon salivano su un pulmanino vestiti di stracci per andare a chiedere l'elemosina in paesi vicini. Ci chiediamo davvero come le strutture ricettive non abbiano notato nulla di strano.
Qualche anno fa un hotel di Bologna ci raccontava telefonicamente di grida e di movimenti strani e fortemente preoccupanti. Possibile che fosse l'unico?
Possibile che membri dell'Hotel dove si svolse l'ultimo blitz a Roma invece si facevano complici di un incontro a porte chiuse, dopo che i giornali avevano riportato la notizia dell'ordinanza della Procura che vietava le attività di Arkeon? Nei fascicoli del tribunale sono state depositate anche le email dei titolari di quell'hotel.
Riteniamo davvero grave che nessuna di queste struttute abbia sentito il dovere, se non civico, di informare le Forze dell'Ordine di cose strane, così come qualcuno di loro ha raccontato, che avvenivano in Arkeon.
Siamo fiduciosi che prima o poi si farà chiarezza anche su questo. E ci ripromettiamo di riportare tutte le novità sul caso che la nostra associazione continua a raccogliere quotidianamente, anche grazie a documenti che continuano a pervenirci da fuorusciti.
Ma la storia continua con le tante sorprese ......
In ogni caso per chi voglia approfondire consigliamo il seguente link:
http://www.cesap.net/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=256&Itemid=60
tratto da CeSAP - il neretto è in originale -
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Pubblico questo comunicato del CeSAP che compare nel sito a tutt’oggi 16-5-2010 .
Ritengo importante questo comunicato perché chiarisce, a chi ancora avesse avuto dei dubbi, che il CeSAP sotto la veste di Centro Studi, cela in realtà quella che è la sua vera natura, cioè di gruppo anti-sette nudo e crudo.
http://riflessioni-su-arkeon.blogspot.com/2008/10/il-cesap-e-unassociazione-anticult.html
http://ilcasotinelli.blogspot.com/
Con il rischio soprattutto che la raccolta di tante “storie di atrocità”, così care ai gruppi anti-sette estremisti, celi poi, disperse in questo oceano, le situazioni di reale e concreto pericolo.
http://www.cesnur.org/testi/naufraghi.html
http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/l_lavaggio_cervello.htm
La cosa che parrebbe inquietante è, a mio avviso, il tono usato in questo comunicato, da cui francamente pare trasudare quasi un livello di esaltazione, più che di informazione.
A leggerlo così, un comunicato del genere, potrebbe far credere che la Dott.ssa Tinelli si possa essere totalmente identificata con gli Organi di Polizia Giudiziaria.
E forse non è un caso che in ogni comunicazione nel sito CeSAP, fino a poco tempo fa’ era presente la striscia del “Patrocinio del Ministero di Giustizia”.
D'altronde tutto ciò pare in linea con il complessivo comportamento assunto in tutta la vicenda.
Ecco cosa scriveva Lorita Tinelli in una sua lettera alle strutture che ospitavano i seminari di arkeon:
“…il Cesap comunica che non si riterrà responsabile per alcun danno di immagine a vostro carico che potrebbe scaturire dal prosieguo delle indagini: sarà al contrario sentitamente apprezzata qualsiasi forma di collaborazione e sarà premura del direttivo dell’associazione segnalare prontamente alle autorità le strutture che fattivamente si renderanno disponibili nel perseguire l’obiettivo di far luce su attività dai pesanti risvolti”.
Lorita Tinelli
12 febbraio 2006
-neretto in originale-
Ciò che ritengo importante sottolineare, è poi l’attendibilità o meno di certe affermazioni.
Nel comunicato si parla di “bare”, di “persone vestite di stracci”, cose che francamente io non ho mai visto. E di cui mai ho avuto notizia. Non vorrei che fossero l’ennesimo frutto della fantasia di qualche persona esaltata. Tanto per intenderci come la notizia del “PADRE SPENDE 50MILA EURO PER GUARIRE IL FIGLIO GAY 25-2-2010”.
http://www.gay.it/channel/attualita/28141/Padre-spende-50mila-euro-per-guarire-il-figlio-gay.html
E’ vero invece che, nell’ambito di un seminario residenziale di tre giorni, centrato sulla relazione col denaro, veniva proposto liberamente un esercizio.
L’esercizio, a quanto mi è dato di conoscere, consisteva nell’esplorare, almeno una volta nella vita, l’esperienza di chi si trova nella condizione di dover “chiedere l’elemosina”.
So di persone che non se la sono sentita e sono rimaste tranquillamente sedute ad aspettare al bar i loro compagni. Nella quasi totalità dei casi, ho avuto invece un ottimo riscontro da coloro che avevano aderito a questa esperienza.
Purtroppo io non ho avuto il piacere di farla. Non mi è però difficile immaginare l’importanza, per una volta, di “provare a mettersi dall’altra parte”. Nei panni di chi forse è povero o disperato e si trova nella condizione i dover “chiedere”.
Non vedo niente di male in questo. Anzi, mi sembra un’ottima scuola di umiltà e rispetto.
Per quanto riguarda il “blitz della Digos” di Roma, ho già detto altrove. Ma ripetere non guasta.
Naturalmente l’incontro di Roma non era, come cita maliziosamente il comunicato, a “porte chiuse”.
Così scrive Raffaella Di Marzio, a proposito dell’incontro di Roma del 9-2-2008 :
“…La motivazione di questo incontro era quella di presentarmi e di farmi conoscere (naturalmente erano sospettosi e non si fidavano più degli “studiosi” o dei giornalisti), e di chiedere la loro collaborazione per portare avanti uno studio su ARKEON. L’incontro sarebbe stato anche il momento adatto per fare alcune interviste e per riflettere su quanto stava avvenendo (campagna mediatica compresa).
Questo incontro si è svolto il 9 febbraio 2008 a Roma. Erano presenti allievi, coppie, famiglie con figli, genitori di allievi, in totale quasi un centinaio di partecipanti. C’erano professionisti, casalinghe, psicologi, medici ecc. ecc. “...
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=148
Mi sento di aggiungere che in origine avevo pensato di fare questo incontro con le famiglie e con la Dott.ssa Di Marzio in casa mia.
Poi si era optato per una struttura pubblica, sia per permettere al maggior numero di famiglie di conoscere ed incontrare liberamente la studiosa Di Marzio, sia per permettere a quest’ultima una totale e libera raccolta di informazioni rispetto al suo ambito di studio e di ricerca.
Il tutto nella più totale trasparenza.
Tant’è che quando, all’inizio di quell’incontro, ravvisai la circostante presenza della Polizia, addirittura non ne feci cenno a nessuno. Semplicemente perché non c’era niente da nascondere.
Posso comprendere il desiderio di taluni di descrivere a tinte fosche ogni cosa.
Poi, se qualcuno vuole, ad ogni costo, vedere il male e la confusione in ogni cosa, o ancor peggio vietare a liberi cittadini di incontrarsi e conoscersi, mi spiace tanto. Si vede che non hanno mai fatto esperienza di oratorio o anche di rifugio di montagna. Lì di incontri, di urla e di confusione potrebbero fare il pieno.
Anch’io del resto sono fiducioso che prima o poi si farà chiarezza, anche su questo.
E proprio per proseguire in questa direzione ritengo utile pubblicare la mail con cui, il 20-11-2007, contattai la Dott.ssa Di Marzio.
Gentile Dott.ssa Di Marzio,
Le scrivo con un po’ di imbarazzo, in quanto mi trovo in una situazione, a mio avviso, paradossale.
Seguo, fin quasi dagli esordi, il lavoro del gruppo arkeon e di conseguenza mi trovo anch’io, come tante altre famiglie che ben conosco, in un vortice sgradevole.
Come forse Lei avrà avuto modo di sentire, nel corso degli ultimi mesi, sono stati consegnati avvisi di garanzia a Vito Carlo Moccia e ad altre cinque persone che fanno, od hanno fatto parte, di quel gruppo di lavoro.
Personalmente in tutto questo non trovo niente da ridire. Ritengo legittimo, anzi doveroso, che se qualcuno ritiene di aver subito o visto dei torti, si faccia avanti e li segnali. Sono anche certo che la magistratura saprà fare il suo lavoro.
Ora però quel che mi lascia perplesso ed anche preoccupato, è tutto il circo mediatico che intorno a questo fatto si è scatenato.
D'altronde l’accusa di trattarsi di “setta” e l’appellativo di “adepti”, oltre che lasciare sbigottito chi ha conosciuto da vicino questo percorso, impediscono qualsiasi forma di risposta, che non sia quella legale, perché, come Lei potrà bene comprendere, chi può essere realmente interessato alle testimonianze di persone “plagiate”?
Personalmente ritengo che, nel corso degli anni, non siano mancati episodi individuali di “esaltazione” o tentativi di chiusura e “appropriazione” da parte di persone che hanno attraversato questo lavoro. Anch’io non ne sono stato immune. Devo però riconoscere a Vito Carlo Moccia ed alla maturità delle persone, la capacità di aver mantenuto, nonostante queste pressioni, lo spazio del lavoro sempre aperto e trasparente.
Certo, il lavoro è sicuramente migliorabile ed errori sono stati commessi. Trattandosi di un percorso esperienziale, mi stupirei se così non fosse, pur augurandomi che non siano stati varcati i confini del rispetto umano e della legalità.
Ora sono qui a chiederLe, se possibile ed opportuno, un breve incontro per avere un consiglio.
Il mio imbarazzo è anche legato al fatto che in questa situazione è coinvolta la Sua collega, la Dott.ssa Tinelli.
Io La ringrazio comunque di cuore della Sua pazienza e resto a Sua disposizione.
Pietro Bono
4 commenti:
Caro Pietro
è impressionante come il Cesap non si renda conto che ciò che scrive è oggettivamente intimidatorio: quando scrive “chiediamo pubblicamente alle tante strutture ricettive, come non abbiamo sentito…” li sta accusando di favoreggiamento. E per togliere ogni possibile dubbio in merito poche righe dopo rincara la dose: “Possibile che membri dell'Hotel dove si svolse l'ultimo blitz a Roma invece si facevano complici di un incontro a porte chiuse”. La Tinelli finge di non capire o non riesce a capire che la Digos di Roma E’ INTERVENUTA in quell’evento, lasciandolo proseguire, con ciò confermando che non aveva alcunché di illecito e quindi l’albergo di Roma alcunché di cui rispondere, a dispetto del clamore che lei cerca di sollevare?
E’ impressionante anche il tono usato, di chi – come dici bene tu- si identifica totalmente con le forze dell’ordine. In questo senso la nuova lettera non è una smentita ma una riconferma di quanto già letto nello stralcio di lettera del 2006 che riporti - laddove il Cesap dice “…il Cesap comunica che non si riterrà responsabile per alcun danno di immagine a vostro carico che potrebbe scaturire dal prosieguo delle indagini: sarà al contrario sentitamente apprezzata qualsiasi forma di collaborazione e sarà premura del direttivo dell’associazione segnalare prontamente alle autorità le strutture che fattivamente si renderanno disponibili nel perseguire l’obiettivo di far luce su attività dai pesanti risvolti”. Ma a quale titolo la Tinelli scrive a questa gente? A che titolo “ci metterebbe una buona parola” con la Digos? E’ lei a scrivere o la Digos?
Faccio notare inoltre che quella lettera fu spedita nel febbraio 2006, prima cioè dell’apertura formale delle indagini che – dagli atti- risulta siano iniziate nel giugno 2006 e siano state comunicate al pubblico e agli interessati nell’ottobre 2007. In quel febbraio 2006, allora, a che titolo la Tinelli parlava di “proseguio” delle indagini?
Un’ultima cosa. Quando la Tinelli parla di “passaggio di bare” o di persone che “ salivano su un pulmanino vestiti di stracci per andare a chiedere l'elemosina in paesi vicini” dimostra ancora una volta di mescolare fatti, suggestioni e ossessioni come nel peggior “telefono senza fili”. Il presunto passaggio di bare farebbe riferimento ai “seminari sulla morte” di cui per mesi nel forum del cesap si è detto di non sapere nulla (essendo stato l’ultimo tipo di lavoro introdotto, quando ormai tutti i presunti testimoni del cesap non frequentavano più seminari) e si è invocata qualche testimonianza. Evidentemente si presume – non sapendolo- che in un seminario sulla morte ci dovessero essere delle bare…che però non c’erano (ma anch’io presumevo che nel sito di un centro studi sugli abusi ci fossero degli studi…ma non ci sono). Così come “i pulmanini”(?!) di poveri cenciosi sono un’altra fantasia della Tinelli e dei suoi, che reinterpretano liberamente un esercizio dell’intensivo “business of you” nel quale non c’erano né cenci né pulmanini. Masu queste due topiche mi riservo di entrare nel dettaglio prossimamente in un post sul mio blog.
Intanto grazie e a presto
Cosimo
Gent.le signor Bono, non appartengo a Arkeon nè tantomeno al Cesap ma vorrei rivolgerle una domanda che mi sembra lecita, da persona della strada.
Ieri sera abbiamo visto in molti la trasmissione "Chi l'ha Visto?" dove si è parlato di Arkeon. Togliamo pure la figura della dott.sa Tinelli che non sa rispondere a nessuna domanda se non ergendosi a vittima; togliamo il fatto che c'è un processo in corso e quindi è inevitabile che ci si batta su due fronti opposti senza esclusione di colpi; togliamo anche la viltà e la bassezza con la quale sono state mostrate in pubblico immagini della confessione di un sacerdote che avrebbero potuto benissimo rientrare nel processo ma non diffuse in televisione a spregio della dignità di chiunque; togliamo alcune frasi avulse da qualsiasi contesto che possono significare tutto e nulla; togliamo l'appello ad avere altri testimoni, visto che probabilmente il Cesap non ne ha molti.
Togliamo tutto ciò.
Rimane un fatto: le immagini davvero pesanti del "no limits" e del seminario dove molti urlavano, si dimenavano e venivano trattenuti a forza. Con quale diritto in Arkeon si compie tutto questo? Con quale diritto si chiede alle persone di pagare fior di quattrini per sottostare a incontri simili? Non crede che anche queste forme di seminari possono rappresentare per alcuni forme di abuso e violenza delle quali chiedere conto ai vertici del gruppo? Spero in una sua risposta, visto che con questo post mi pongo in dialogo con lei e tutti voi. Grazie
Vorrei rispondere a Davide. Anche io ieri sera ho visto "Chi l'ha visto?".
Sono rimasto perplesso allo stesso modo suo sull’uso del filmato del prete e sulle cose che scrive.
Dicono anche che gli ex hanno paura a denunciare e ovviamente hanno paura perchè Arkeon sarebbe una "setta" e delle sette si ha "naturalmente" paura. Il gatto che si morde la coda. Non sarà invece che nonostante i kit di denuncia proposti dal Cesap e i numerosi appelli della Tinelli in realtà sono pochi quelli che hanno qualcosa da denunciare? Sarei curioso di sapere quante sono le parti lese in questo processo, un numero che non ho mai visto fare.
Le domande di Davide mi sembrano molto legittime. Però dico questo. Ho fatto delle esperienze di gruppi mediani e di gruppi allargati condotti da psicologi professionisti regolarmente iscritti all'albo esperti di dinamiche di gruppo e non ho visto cose molto diverse con gente che urlava, gente che scappava in lacrime dalla sala, gente che tratteneva e che veniva trattenuta ma solo perchè quando "la pancia" urla forse è più saggio trattenere che lasciare che si scateni la violenza. Sui gruppi e le loro dinamiche sono stati scritti fiumi di letteratura a cominciare da Lewin e dai T-group e da tutte le polemiche che c'erano fin da allora. Gruppi di incontro che si tramutavano in scontro vero e proprio, gente che giustamente si sentiva abusata.
In ultima analisi nei gruppi che ho fatto io la gente pagava per esserci e magari ri-pagava per tornarci, altri se ne andavano molto stressati e perplessi o schifati dall'esperienza. Di sicuro però per evitare che poi si scateni la caccia alla "psicosetta" è necessario che i conduttori siano persone che possono fare per legge certe cose. Quelle che ho visto nel filmato sono cose che ho visto fare da altre parti niente di chè. Sono dinamiche ben note di gruppo allargato.
Il "chè" dipende dalla coloritura che dà chi racconta (giornalisti compresi), perchè il vissuto di chi c'era è insindacabile. Dipende soprattutto dal titolo che uno ha in tasca.
Credo che in questo senso in Arkeon ci sia stata una leggerezza incredibile e ingiustificabile, che unita alla smania di protagonismo di una persona la cui storia professionale e accademica è vuota in modo desolante, che per come parla e scrive lascia soltanto un senso di incapacità e incompetenza nel suo campo (ma che si è dimostrata molto capace nel trovare alleati tra magistrati in cerca di fama in una procura da anni al centro di scandali terribili, tra associazioni estremiste varie e giornalisti superficiali e famelici) ha fatto il botto.
Ringrazio moltissimo Pietro Bono per il suo blog. I suoi spunti di riflessione sono molto seri, peccato che a voler riflettere sulle cose sembra che siamo rimasti sempre di meno.
Io non avevo mai sentito nominare Arkeon prima del cancan mediatico degli ultimi anni allora mi viene anche da chiedermi che "psicotetta terribile" poteva essere se con 20.000 seguaci in tutt'Italia nessuno ha mai avuto niente da ridire e gli ex che parlano sembrano sempre i soliti 5 o 6 che si camuffano per non farsi vedere. Forse perchè sono sempre gli stessi? Sarò anche malfidente ma alla fine m'è venuto da chiedermelo.
@ Cosimo: grazie per il tuo contributo.
@ Davide: ho provato a trattare alcune delle cose che lei solleva.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/04/arkeon-risposta-davide-20-4-2010.html
Pian pianino cercherò di parlare anche del resto. Grazie intanto per il suo contributo.
@ Alessandro: i temi che solleva sono certo cruciali. Di che tipo di lavoro si trattava? Quali sono le condizioni per proporre questi lavori? Con quale preparazione e quali titoli. Con quali persone? E così via.
Sono temi in cui a lungo, all’interno di arkeon ci siamo interrogati. Per questo ci eravamo rivolti, prima ad alcune Università e poi, come ormai noto dopo gli articoli dell’Unità, al CISF (Centro Italiano Studi sulla Famiglia). E per questo, era in programma a breve la costituzione di una scuola ufficiale.
Tutto ciò però non spiega i risultati che il lavoro di arkeon portava nella vita delle persone. Questo rimane per il momento un po’ un mistero.
Mi impegno a tornare sul suo spunto, Alessandro, per approfondirlo in un post.
Quello che mi sento di dire ora è, che a parte le apparenze, il lavoro di arkeon, non era un lavoro ne tecnico, ne tanto meno di tipo psicologico. Anche se posso comprendere che, visto dall’esterno, possano avere delle somiglianze.
Tornerò volentieri su queste note.
Grazie, per il momento, del suo contributo.
Pietro
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