https://ilcasoarkeon.files.wordpress.com/2009/04/spiegazione-capi-imputazione-con-sentenza-e-parti-civili.pdf
Nelle motivazioni della sentenza, rilasciate nei mesi successivi, alle pag. 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psicosetta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime, sulla cui posizione del tutto particolare ci si è intrattenuti nel capitolo relativo alle truffe.”
http://veritasuarkeon.org/wp-content/uploads/2013/04/ALCUNE-NOTE-SENTENZA.estratto-12.pdf
- un quadro pervasivo di grandiosità che può essere percepito nella fantasia oppure messo in atto nel comportamento;
- un fortissimo bisogno di essere ammirati;
- la mancanza di empatia nei riguardi di coloro che si rivolgono a questi gruppi e che vengono quindi utilizzati - come fa tipicamente il “narcisista” - come oggetti che servono a soddisfare i propri bisogni.
Un altro elemento molto caratteristico è proprio l’atteggiamento arrogante e presuntuoso di chi non accetta di poter mettere in discussione ciò in cui crede, ciò di cui è convinto perché questo andrebbe ad intaccare l’immagine che ha di sé…”
http://pietrobono.blogspot.it/2010/12/organizzazioni-settarie-e-antisettarie.html
• volontà di evitare e mancata elaborazione: l’individuo cerca di evitare contatti con chiunque e con qualunque cosa che lo riporti al trauma. Inizialmente, la persona sperimenta uno stato emozionale di disinteresse e di distacco, riducendo la sua capacità di interazione emotiva e riuscendo a condurre solo attività semplici e di routine. La mancata elaborazione emozionale causa un accumulo di ansia e tensione che può cronicizzate portando a veri e propri stati depressivi. Al tempo stesso si manifesta frequentemente il senso di colpa.
• ipersensibilità e ipervigilanza: le persone si comportano come se fossero costantemente minacciate dal trauma. Reagiscono in modo violento e improvviso, non riescono a concentrarsi, hanno problemi di memoria e si sentono costantemente in pericolo. A volte, per alleviare il proprio stato di dolore, le persone si rivolgono al consumo di alcol o di droghe. Una persona affetta da PTSD può anche perdere il controllo sulla propria vita ed essere quindi a rischio di comportamenti suicidi…”
http://www.epicentro.iss.it/problemi/stress/stress.asp
Si tratta di un disturbo consistente ma sarebbe superabile anche in questo caso, se non fosse che: “…Il National Center for PTSD americano sottolinea l’importanza di eseguire una valutazione dettagliata caso per caso e di predisporre un preciso piano terapeutico. Se il paziente si trova ancora in situazione di crisi, ad esempio nel corso di una guerra o nel caso di una violenza domestica, è necessario prima lavorare per rimuovere la causa dello stress e poi effettuare il trattamento…”.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/stress/stress.asp
Sì, proprio quell’Avv. Marzari che, all’indomani della sentenza arkeon aveva lo stomaco per scrivere: “…Nessuna assoluzione, quindi, per Moccia ed i suoi associati (salvo che per la calunnia), ma conferma che tutti i gravi fatti denunciati erano veri e comprovati!...”.
http://www.affaritaliani.it/cronache/arkeon170712.html
Quello che ho chiaro è che ogni sera, quando metto a letto i miei figli sento che ho speso bene questi miei anni e sono fiero di quel tanto o poco che ho saputo fare. Per la libertà, per la verità. Per la vita. Di tutti. Anche di coloro che, meschini, ancora ci perseguitano.
Pietro Bono