Ciao Vito,
Preso dal lavoro, ho scoperto solo oggi che si é concluso il processo, e l'esito mi ha reso felice, tranne la parte che riguarda l'abuso della professione medica, se ho ben capito. Quest'anno non ho ricevuto nessun regalo al mio compleanno, ma sbagliavo perché mi sono accorto ora che la sentenza é stata emessa proprio quel giorno.
Noi sapevamo di essere in buona fede. Vedi lo sapevamo perché abbiamo vissuto quell'esperienza in assoluta libertà. Solo che il resto del mondo non poteva sapere quale dono stavamo vivendo. Un dono che nasceva dalla forza di condividere un percorso che ci rendeva (e ci fa sentire ancora) liberi, nonostante gli attacchi subiti.
La libertà é quella di aver compreso che i momenti di dolore sono quelli che ci fanno crescere, e da te ho imparato che sentimenti come la solitudine, la paura, vanno affrontati, sempre, perché portano con loro l'opportunità di diventare migliori.
Ricordo la bellezza di Francesca, mia moglie, quando é tornata dall'ultimo suo lavoro con te, con voi, ed era bella come non l'avevo vista mai, nonostante la malattia.
Come sai, le cure non sono servite a nulla, ma lei era serena, perché grazie ad Arkeon ha trovato la forza di scrivere una lettera a Dio, da figlia a Padre, per fare pace con il mondo, ma soprattutto con la sua anima. Ho visto la mia donna lasciare questo mondo in pace, serena e senza sofferenze, come aveva chiesto a Dio nella sua lettera che é una delle più belle preghiere che io abbia mai letto.
Quanto può valere questo?
Possono processi, accuse e sentenze, offuscare quello che abbiamo vissuto?
Può la fredda tecnica della giustizia prendere in considerazione ciò che non é misurabile o codificabile? Possono trasmissioni televisive andare oltre la veritá vera se condizionate da budget e audience?
Ognuno ha poi la propria visione del mondo, e solo la propria.
Certo é che nel mio mondo, quello che mi hai insegnato e quello che ognuno di noi ha insegnato agli altri condividendo le proprie esperienza, é stato un grande dono, e da questo ho ricevuto la forza per affrontare il ruolo di padre che mi sono trovato a vivere subito dopo che Francesca ci ha lasciati. Dopo che, nel momento più delicato, lei mi diceva di vedere gli angeli; dopo aver visto che Dio ha esaudito la sua richiesta di non soffrire; dopo aver visto crescere mio figlio sereno e pieno di allegria, consapevole di aver la mamma sempre vicino a lui.
Questo, solo questo, per me é stato tutto, dove ho trovato la forza di non mollare.
Arkeon é stato per me una grande opportunità che porto dentro, tutti i giorni, tra alti e bassi, come tutti, ma sapendo che le soluzioni ai problemi sono già dentro di me, devo solo cercarle.
É vero, che le trasmissioni televisive hanno espresso sommariamente la loro sentenza e apparentemente hanno fatto la loro "giustizia", probabilmente anche nella convinzione di essere nel giusto. E questo ha comportato la fine dei nostri incontri.
É vero, le autorità hanno fatto il loro dovere, con gli elementi che avevano, nella ricerca della verità. Nessuno però ci ha potuto impedire di vivere con gli insegnamenti che abbiamo ricevuto.
Arkeon é solo un nome, é una vicenda triste approdata nelle aule di tribunale, ma é anche un'esperienza che abbiamo vissuto e che portiamo con noi tutti i giorni, per rendere il mondo migliore. Quando sono emerse le accuse, ho provato un senso di vuoto come quando perdi qualcuno o qualcosa di importante. Come si può perdere qualcosa che hai dentro?
Credo che Arkeon sia più vivo che mai perché é nel nostro stile di vita, nella nostra ricerca quotidiana della verità e dell'integrità.
Grazie a Dio, grazie a te, grazie a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di diventare migliori anche da soli, tornando al FUOCO che ci univa tutti.
Giorgio