- Prima parte -
Selezione di brani tratti dalle nostre interviste: con avvocati, sociologi, storici e altri testimoni della nostra società...
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(...) Quando si parla di sette, ciò fa paura. Quando si parla di una minoranza religiosa, dà invece un'impressione di simpatia, o empatia per un gruppo che non ha lo stesso peso degli altri, e quindi è molto importante considerare, soppesare questi termini. Noi abbiamo fatto qui, presso l'Università di Bruxelles, una riflessione sul passaggio da uno status all'altro: quando è che si chiama religione? Quando è che si chiama setta? Quando è che questa è una eresia? E la conclusione di questa riflessione porta al cuore di un simposio che si è tenuto presso il Centro Interdisciplinare di Studi della Religione e della Laicità, è che il potere decide l'etichetta. Si ha un titolo, se voi volete, ufficiale, di religione, o ancora si è considerati come una setta, come un’eresia… E' il potere che dà questa etichetta, che decide chi avrà il riconoscimento o meno. La relazione col potere è dunque essenziale, e questo prima della nascita del Cristianesimo, dell’epoca romana, dove le religioni sono state inserite nell'Impero Romano nel cuore di un processo che le faceva passare da una religione marginale a una religione ufficiale. E ancora oggi, lo è. Vale a dire che, grosso modo, consideriamo religioni quelle che hanno questa etichetta, e vengono chiamate sette o nuove religioni, quelle senza questa etichetta. E' estremamente importante mettersi subito d’accordo sul peso delle parole.
(...) Se diciamo "setta", vuol dire che consideriamo che ci sono buone religioni, le grandi, quelle che saranno l’oggetto non solo di un riconoscimento ma anche di un sostegno finanziario, in una forma o nell'altra - anche nella Francia laica, ovviamente, dobbiamo pagare per la riparazione delle chiese, per i cappellani, in Alsazia Lorena, si paga anche per il trattamento dei sacerdoti, dei pastori - così che queste buone grandi religioni hanno diritto a tutti i riguardi, le si consulta sulle questioni etiche, si da loro spazio in televisione, alla radio, nei media, ecc. Mentre le religioni che non sono etichettate, queste sono oggetto di diffidenza del potere e il potere organizza contro di loro, più o meno, io direi una “caccia alle streghe”, una persecuzione, in una forma o nell’altra, mettendo in evidenza i momenti difficili o delicati che si possono avere in qualunque gruppo umano, e presentando questi momenti come fossero la norma di tutti i gruppi religiosi marginali. Nessuno pensa che tutti i preti siano pedofili, ma si fa correre la voce che coloro che appartengono alle cosiddette "sette" sono pervertiti di ogni genere, e organizzano comitati per sorvegliarli, per perseguitarli, per valutare la loro presenza all’interno dei gruppi, per valutare la loro attività di lobbying ecc. Quindi vi è un trattamento estremamente differenziato dei due fenomeni che, da un punto di vista sociologico, sono abbastanza simili. Qual è la differenza, un punto di vista sociologico, fra i Testimoni di Geova e altri gruppi religiosi più affermati? E 'estremamente difficile da misurare.
(...) I media spesso concentrano la loro visione sul racconto del pentito, quello che io chiamo il pentito, vale a dire persone che erano in un gruppo e che ne sono fuoriuscite... E ovviamente non sono felici perché hanno speso tempo, denaro, dedizione ad una causa che, in retrospettiva, non sembra più essere buona. Ed è vero per la religione, così come per la politica (...)
Questo ha un lato infuocato poiché avete là una critica terribile dalle strutture della chiesa o del partito che stanno lasciando, e non ascoltano mai le persone che continuano a essere avventista, o scientologi, o testimoni di Geova, e che sono felici, che ricevono qualcosa che, dall’esterno, non appare come evidente ma loro sono soddisfatti dentro il loro movimento (...) Non ci si preoccupa di dare una visione oggettiva del fenomeno e ci si concentra in particolare sugli scontenti. E quindi, abbiamo una visione molto distorta della realtà ".
(...) Io, dico che sono stato vittima di una manipolazione mentale, perché da 45 anni non sono più andata al catechismo e posso ancora dirvi il Padre Nostro, l’Ave Maria, i Dieci Comandamenti, il Credo, ecc. (...) E’ quindi necessario vietare il catechismo? Ebbene sì, se si è logici e se si vuole mettere al bando qualsiasi manipolazione mentale, è là che si comincia, evidentemente (...) Oppure si dice: bene, non si può mica dire che questo mette in pericolo la democrazia. Sono stato manipolato mentalmente, ma ne sono uscito, tutto sommato, ho abbandonato il mio catechismo. Il controllo della mente, è ovunque, c'è in tutti i momenti, c’è nei partiti politici, nella televisione, nelle grandi religioni e nelle piccole.
Maurice Duval è etnologo. E' anche, a suo dire, un "miscredente".Ciò che ha portato questo ricercatore a studiare “la comunità di Mandarom” non viene quindi da un'affinità con la spiritualità o le religioni, ma da un "entusiasmo intellettuale" e dal sentimento di essere testimone di una situazione "scientificamente inaccettabile" in cui i media giudicano e condannano dei gruppi di cui non conoscono, e non vogliono sapere, niente.
Abbiamo incontrato Maurice Duval, che ha accettato di condividere i suoi sentimenti riguardo la situazione in Francia per quanto riguarda le credenze e le minoranze spirituali così come della sua paura, date le pressioni e censure subite nel corso di tutto il suo studio, e di vedere lo sviluppo di un "fondamentalismo laico, pericoloso quanto il fondamentalismo religioso" e, infine, di uno Stato sempre più repressivo e totalitario.
(...) La caccia alle sette è assai tipicamente francese, è diverso in altri paesi e non esiste in un certo numero di altri. Ciò solleva la questione: "Perché?". Ho cercato le cause, ho avuto difficoltà a trovarle. Ma in ultima analisi, possiamo dire che in Francia, è il nostro "asse del male". Gli Stati Uniti, non hanno bisogno di movimenti chiamati sette, sono liberi di credere quello che vogliono. Non ne hanno bisogno poiché hanno un altro asse del male che è il terrorismo con tutto quello che Bush ha messo a punto. Noi, non abbiamo questo asse del male allora, e il nostro asse del male alla Francese, sono le sette. E se si parla di sette per la strada, la gente dirà "sì, sì, è il male! .
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(...) Perché è l'interesse degli uomini e delle donne in politica in questo paese di continuare la lotta contro ciò che essi chiamano "le sette"? Perché vediamo che non vi è alcun motivo, dato che i crimini sono insignificanti per numero e qualità? Questo perché la lotta contro le sette produce paura collettiva (...) La costruzione della paura collettiva è un ingrediente politico di primo ordine in quanto, quando c'è una paura collettiva, siamo in grado di manipolare le masse in un modo senza precedenti.
(...) Io non sono affatto ottimista rispetto a ciò che lo Stato mette in atto - nessuno di questi casi mi pare degno di fiducia - e penso che il solo ottimismo che possiamo avere è il risveglio delle coscienze delle persone che dicono: "No, férmati!". Se la gente non dice nulla, lo Stato continuerà come ha fatto per tanto tempo, per essere sempre più repressivo. Questa è una cosa che mi preoccupa molto e di cui essere vigili. E’ estremamente grave, in quanto accade che, dal momento che il sistema serve gli interessi politici, allora non c'è alcun motivo per cui tutto ciò si fermi. Io credo nel lavoro delle formiche che consiste nel risveglio delle coscienze, nel dire: “attenzione, siamo su un cammino che ci porta in uno spazio dove noi saremo sempre più privi di democrazia”. Ci sono sacche di totalitarismo nella nostra società, e se non stiamo attenti, se non risvegliamo le coscienze, si andrà sempre più in là. E' dovere di ogni cittadino che ha preso coscienza di condividere questa conoscenza intorno a lui. E' un dovere. Penso che non possiamo guardarci allo specchio se, dal momento in cui ci siamo resi conto del pericolo, non facciamo quello che possiamo fare per fare progressi in questo settore.
Jean-Claude Guyard (kinesiologo):
Jean-Claude Guyard è fondatore della EKMA -Scuola di Kinesiologia e metodi associati-
Il CICNS gli offre la possibilità di esprimere le sue opinioni sulla caccia alle sette in Francia. La sua esperienza di sviluppo personale e gli avvenimenti recenti relativi alla Kinesiologia, lo portano ad analizzare senza ambiguità le calunnie e le assurdità di una repressione che si estende progressivamente a tutte le forme di sviluppo personale, di ricerca spirituale e delle medicine alternative.
(…) Numerosi articoli di giornale, ma anche della televisione terminano con un invito alla delazione. Cercano le vittime della Kinesiologia o di altre cose. Quanti milioni di persone hanno visto questi spettacoli, hanno letto questi articoli sempre molto convincenti? Si finisce sempre con "se sei una vittima, si prega di contattare ...". Per cercare a tal modo delle vittime, bisogna bene che esse scarseggino! A questo punto si guarda alle vittime, anche se dovesse fallire! Difendono i loro interessi commerciali, i sussidi e forse anche una certa vanità. In precedenza, le signore del 16 ° o del 7 ° distretto avevano i loro poveri, ora cercano le vittime delle sette e siccome ci sono sette fantasma, queste si fanno passare per delle eroine, giocano a Zorro, esse si credono delle salvatrici dell'umanità vittima dei culti. A queste povere dame mancano i poveri e mancano le vittime.
(...) Penso che possiamo porci la questione della soggezione psicologica, della manipolazione mentale. Ma a condizione di porci la questione a livello di tutta la società, vale a dire a condizione di porsela anche a livello dei messaggi pubblicitari, dei partiti politici e dei mezzi di cui essi dispongono, ecc. E dopo provare a vedere se possiamo avere una definizione rigorosa della soggezione psicologica, della manipolazione mentale. Io non sono contro il fatto di porsi tutte le domande che volete, ma io sono contro il fatto di porsele per alcuni gruppi, alcune categorie di individui, per alcune persone e di rifiutarsi di porsele per altri.
(...) Abbiamo visto forse un proliferare di casi in cui vi sono stati abusi sui minori, dove ci sono stati dei morti? No, affatto. Il paese era del tutto tranquillo (...) E all'improvviso c'è questa stretta della MIVILUDES , che non è dovuto a nessun motivo.
(...) La legge del 1905 (...) chiede alle persone di rispettare la tolleranza, il rispetto della pace civile, rispettare il fatto che persone, non necessariamente la pensano come loro.
Raphael Liogier (sociologo) :
Professore universitario allo IEP di Aix en Provence, Raphaël Liogier insegna sociologia e antropologia. Dirige l’Osservatorio delle Religioni e il Master Religioni e Società. E’, in particolare, l'autore di "Le Bouddhisme mondialisé" delle edizioni Ellipses e di: "Une laïcité légitime : La France et ses religions d'Etat" pubblicato da Entrelacs. In quest'ultimo libro, descrive i meccanismi della laicità in Francia. Egli ci offre in questa intervista chiara il suo parere, senza concessioni al senso comune, su questa specificità francese.
(...) In Francia, la politica anti-sette è una politica che si trova principalmente presso il Ministero degli Interni. Vale a dire che questo è una politica di Polizia. Se dipende dal Ministero degli Interni, è perché si crede che questo è un problema di Polizia, di ordine pubblico, della sicurezza. Mentre nella maggior parte dei paesi europei, la politica in materia di movimenti religiosi è una politica che dipende in gran parte del Ministero della Giustizia. Quando è sotto il Ministero della Giustizia, non ha ancora “giudicato”. Quando è della Polizia significa che hanno già giudicato, che è a priori pericoloso, a priori è un rischio, a priori ne va della sicurezza. Il che la dice lunga sullo spirito in cui si svolge questa politica nei confronti delle religioni in Francia.
Gilles Farcet (sceneggiatore )
(...) Penso che sia molto importante per i gruppi spirituali di non considerarsi come portatori di una verità che loro dovrebbero imporre o che li posizionerebbe a parte, al di sopra degli altri, ma di considerarsi veramente come cittadini, di sviluppare una dimensione civica, che a volte può rischiare di essere un po’ assente o assopita. E, come cittadini, in realtà da quello spazio, di essere vigili e non tollerare che i loro diritti di cittadini e di persone siano minacciati, di non tollerare la calunnia o, in ogni caso, di rettificare per quanto possibile, di non tollerare altre forme di manipolazione o di destabilizzazione inutili. Ma credo che l'unico modo - per coloro che si iscrivono in un approccio non sempre compreso o percepito da tutti - di rispondere, sia essere essi stessi testimoni convincenti, e dimostrare col loro modo di porsi, che effettivamente non si tratta di una deriva o di una manipolazione nel senso che si intende abitualmente. Penso che abbiamo, noi tutti che ci riconosciamo in questi approcci, una responsabilità, non di perfezione perché la perfezione non è di questo mondo, ma di impeccabilità. Noi non dobbiamo posizionarci come vittime, né come persecutori, ma come cittadini che possono essere vigili nella difesa e nel rispetto dei propri diritti.
Bernard Renaud dirige le edizioni Dervy specializzate nella pubblicazione di libri di religione, di spiritualità e degli approcci di sviluppo personale e delle medicine alternative. Ha una visione globale delle tendenze della spiritualità odierna, attraverso l’evoluzione delle pubblicazioni e dei fattori che possono influenzare questo sviluppo.
(...) Penso che tutti questi movimenti che sono emersi da allora, direi gli anni cinquanta, hanno abbondantemente contribuito a fare evolvere la nostra società, che avrebbe potuto rimanere congelata senza di loro. Perché penso che questi movimenti hanno apportato un certo numero di cose, buone e a volte cattive, noi abbiamo reagito bene o male, ma hanno fatto muovere la società. E credo che non possiamo eliminare tutti questi contributi con un tratto di penna, dicendo che "è male". Penso che questi movimenti hanno una ragione d’essere e che hanno partecipato alla evoluzione della nostra società e che in dieci, venti anni, sorgeranno altri movimenti (…)
Sylvie Simon (scrittrice) :
Sylvie Simon è scrittrice e giornalista, autrice di diversi libri sulla vaccinazione e le medicine alternative. Dedica il suo tempo alla diffusione di verità scomode sui legami tra gli interessi finanziari, la sanità pubblica e la politica. In questa intervista, esprime disgusto per una politica di Stato liberticida.
(...) E' una politica in cui solo l'economia è importante. Abbiamo costruito l'influenza aviaria martirizzando degli animali, vaccinandoli a oltranza e ora non si parla che di questo e si creato questa specie di psicosi collettiva. Quando sentiamo che stiamo parlando di una pandemia, in realtà è una pandemia di isteria che si è diffusa su tutta la terra e la gente sarà così isterica, che evidentemente potrà essere gestita, ammaestrata facilmente e condotta là dove la si vuol portare, è tutto (…) È quindi necessario che gli individui si prendano la responsabilità di dire: 'Fermiamo le sciocchezze, fermiamo il lavaggio del cervello, cercando di pensare con la nostra testa". Io dico sempre a chi mi ascolta: "sradicate la paura, l'unica cosa sulla terra da debellare, è la paura e la stupidità".
Christiane Singer (scrittrice) :
Christiane Singer è stata docente presso l'Università di Basilea, poi docente presso l'Università di Friburgo, prima di dedicarsi alla sua attività letteraria. Ha seguito l'insegnamento di Graf Karlfried Dürckheim (discepolo di C. G. Jung). Scrittrice prolifica, di sensibilità cristiana impregnata di saggezza orientale, si è astenuta dal dare lezioni di morale, escludendo ogni dogmatismo. Il suo lavoro e le sue riflessioni personali sono interamente concentrate sulla presa di responsabilità necessaria della spinta spirituale latente nei cuori di ciascuna persona. Ha scritto numerosi romanzi e saggi di grande qualità letteraria, tra cui "Histoire d'âme" (Storia dell'anima) che le è valso il premio Albert Camus nel 1989, “La mort viennoise”, Premio Librai nel 1979 e più recentemente " Éloge du mariage, de l'engagement et autres folies" (Elogio del matrimonio, dell'impegno e altre follie), e il suo ultimo libro: " N'oublie pas les chevaux écumants du passé” (Non dimenticate i cavalli schiumanti del passato). Sensibile alla situazione delle minoranze spirituali in Francia, ha voluto contribuire all'azione del CICNS offrendoci questa intervista.
Christiane Singer è mancata il 4 aprile 2007 a causa di un cancro. Aveva appena terminato un libro in cui raccontava le sue esperienze attraverso la malattia: "Derniers fragments d'un long voyage” (Ultimi frammenti di un lungo viaggio).
(...) C'è una ferocia di una certa parte della popolazione che si rifiuta di tollerare che ci può essere un'altra forma di esistenza. Il fondamentalismo è tanto negli anti-religiosi che nei religiosi. C'è nella ideologia dominante una sorta di ferocia tanto da metterti il naso nella pipì come un cucciolo, se tu dici: "Ma potrebbe anche essere altrimenti, la vita". Questo non lo vogliono, perché ciò può mettere tutto il loro sistema in pericolo. Ma arriva sempre un momento nella vita, la svolta di una morte, una malattia, dove la vita si incarica di frantumare le ideologie più cementate.
(...) Penso che il lavoro che fate ( al CICNS ) è formidabile. E’ così importante non far finta che c'è una caccia alle streghe di un inettitudine ridicola. La trovo così ridicola e mi dico che non è possibile che tutti non scoppino a ridere quando questi gruppi di poliziotti arrivano in luoghi dove la gente si interroga sulla vita e si permettono di porsi domande in profondità. E 'così buffo. Certamente ci sono storie che sono di carattere criminale, ma queste sono materia di giustizia e rappresentano l'1% (di questi movimenti). Nel 99%, ci sono persone che si riuniscono per cercare insieme queste profondità. E’ davvero importante.
(...) E 'mostruoso sparare granate contro monaci che … gioiosamente. Penso che sia una specie di epidemia di febbre. Ma non vedo tutto ciò nel resto d'Europa. Forse mi sbaglio. Io vivo in Austria, faccio un sacco di corsi e conferenze in Germania, non ho mai sentito parlare di storie simili. I Francesi si sono fatti promotori del razionalismo, ecc. Forse questo fatto ha montato loro la testa in modo stucchevole. Oppure è un modo per distogliere l'attenzione dai veri problemi ... Questo fenomeno è conosciuto e praticato molto spesso. Posso solo dire grazie che ci sono persone che si impegnano in questa vigilanza e sostengono le persone che d’improvviso sono perseguitate per nulla. (…) Questo è fondamentale. Così apprezzo molto questa attività e mi auguro con tutto il cuore che questo focolaio di febbre malsana stia scemando.
(...) Recentemente ho riletto il Decameron di Boccaccio e di Margherita di Navarra: alcune persone vogliono lasciare Firenze invasa dalla peste e vogliono ritirarsi al sicuro per raccontare nel corso di giorni e giorni delle storie oscene, perché è difficile da fare in mezzo a una società ancora sotto controllo. Ai nostri giorni, ciò che chiamiamo dei piccoli gruppi di spiritualità, fanno un po’ la stessa cosa. Escono dalla città, mica per raccontarsi storie oscene, perchè ciò è consentito nella città, ma per parlare di Dio. Si tratta di un rovesciamento così divertente! Ho quasi voglia di scrivere un Decameron oggi su un gruppo di persone che lasciano la sorveglianza poliziesca della città, per andare da qualche parte in campagna, in un luogo ben appartato, per parlare delle loro esperienze, del loro toccare l’essere in profondità. Sarebbe bello. Mi avete dato l’idea di un libro straordinario! L'unica cosa che possiamo dire è: "Svegliatevi da questa ipnosi!"
Traduzione non professionale della pagina interamente tratta dal sito del CICNS per sua gentile concessione: “Extraits choisis de nos interviews”
Pietro Bono
- Prima parte -