http://www.falsiabusi.it/archivio/eventi/pfafflin.htm
Tra un intervento e l’altro, un addetto ai lavori, venerdì 22 ha parlato di “sciami di cavallette”.
Questa immagine non mi ha più abbandonato nei giorni successivi, perché effettivamente rappresentativa di quanto, a mio avviso, stia accadendo anche nella vicenda “arkeon”.
Per come l’ho intesa io, la battuta sulle cavallette, sta a significare che esaurito, devastato un territorio, “le cavallette” si lanciano immediatamente a depredare, con la voracità che le contraddistingue, territori contigui.
Nel caso specifico, ora paiono aprirsi nuovi territori, nuovi scenari di conquista. Territori contigui ai casi dei falsi abusi su minori, che pare ormai depredato quasi completamente, e dove l’evidenza, il coraggio, l’abbondante sangue versato, e la sofferenza di pochi sta prevalendo contro questa peste delle accuse fondate solo su modalità di “isteria collettiva”.Ecco come conclude una sua dettagliata analisi sui casi di Rignano e Brescia il Prof. Mendicini - Pediatra:
“…Paradossalmente, la triste conclusione che l’esperienza mi suggerisce è che la vera violenza sui poveri bambini, come accennavo, ha cominciato a realizzarsi da parte di genitori, inquirenti, periti, psicologi, ambiente, media dopo la denuncia dei falsi abusi. E purtroppo continuerà a perpetuarsi fin quando la vicenda non sarà conclusa: se è vero infatti che dopo l’incidente probatorio i bambini non saranno più interrogati la violenza continuerà lo stesso da parte dei media, dell’ambiente e della stessa famiglia,
Per concludere, io sono pienamente consapevole del rischio di essere individuato come un paladino dei pedofili veri, ma sono pronto a correre tale rischio e ad assumere una posizione impopolare, pur di difendere a viso aperto persone incolpevoli incappate in un meccanismo infernale; come potrebbe accadere a ciascuno di noi.
Auspico inoltre che qualche rappresentante dei media faccia propria questa causa di giustizia e verità come già avvenuto in passato (l'esempio più classico resta quello di E. Zola, che, alla fine dell’’800, in uno scandalo che fece epoca, riuscì con i suoi articoli sull’"Aurore" a riabilitare e far scarcerare il cap. Dreyfuss prigioniero incolpevole nell’Isola del Diavolo) “.http://www.ragionegiustizia.org/
E’ mia opinione che questa peste stia dilagando altrove.
La Dott.ssa Tinelli, nella sua relazione di Pisa “ARKEON: un caso esemplare di ‘psicosetta’ in Italia”, conclude programmaticamente: “…L’affiancamento di grosse istituzioni, durante i diversi processi, può portare a sicure vittorie, in attese di leggi più appropriate, e nel contempo a dimostrare una forza adeguata, alle stesse organizzazioni settarie, che basano tutte le proprie azioni, sulla consapevolezza di dover ‘combattere’ contro associazioni di volontariato”. http://griess.st1.at/gsk/fecris/pisa/Tinelli_IT.htm
Intanto è interessante il fatto che la Tinelli insista ad oltranza a cercare di passare per vittima, quando molti colleghi che l’hanno realmente conosciuta, ne hanno fatto piuttosto un’altra esperienza. Forse quella del carnefice.
Silvana Radoani – ASAAP
Cristina Capresi - Cesap Friuli
Martini - Allarme Scientology
http://covilt.myblog.it/archive/2009/01/13/anche-allarme-scientology-cade.html
Raffaella Di Marzio
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2009/03/tasselli-di-esperienza-ottavo-tassello.html
Mario Aletti SIPR
E’ interessante inoltre, a mio avviso, che la Tinelli parli di “sicure vittorie” e non di vittoria della verità. Vittorie da conseguirsi, sempre secondo la Tinelli, con “l’affiancamento di grosse istituzioni”.
Sulle modalità di alcune istituzioni a cui la Dott.ssa Tinelli fa’ riferimento, ho già scritto altrove.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-i-nuovi-bravi-questo-studio.html
Anche la scelta del coordinatore del pool legale del CeSAP, pare coerente con le premesse.
Infatti la scelta dell’Avvocato Marzari, che nell’articolo su Panorama si vanta, nel caso "Wanna Marchi”, di aver fatto riconoscere ad una sua cliente ben 8.200 euro a fronte di 150 euro effettivamente dati alla Marchi, mi sembra significativa della modalità e delle intenzioni.
All’incasso da Wanna Marchi
E a proposito di strategie, trovo estremamente interessante le modalità di taluni giornalisti.
A mero titolo di esempio desidero citare un pezzo di Sandro Foschi “Manipolatori della mente: sette e santoni” su NanniMagazine.
http://www.nannimagazine.it/articolo/Manipolatori+della+mente:+sette+e+santoni+da+prima+pagina
Cito questo pezzo (così come potrei citare altri “virtuosi” giornalisti come Enrico Nardecchia “Setta del sesso…” http://ricerca.quotidianiespresso.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2009/01/31/CC1CC_CC101.html ), perché lo trovo nel suo genere, un’opera d’arte e di “bravura”.
Foschi infatti, pubblica il 30-4-2009 questo articolo insieme ad altri approfondimenti.
Nel pezzo principale “Manipolatori della mente: sette e santoni” Foschi così esordisce: “Omicidi, induzioni al suicidio, abusi e truffe: ecco quattro casi clamorosi, fra presente e passato, finiti nella maglie della legge italiana”.
Passa quindi a trattare quattro casi:
- MAGHI - IL CASO VANNA MARCHI.
L’arte di inserire la vicenda arkeon, il cui processo non è ancora cominciato, insieme ai tre casi in cui invece sono state pronunciate delle condanne significative, mi appare geniale, se non fosse riprovevolmente spregevole, e giornalisticamente stigmatizzabile.
Ed è tanto paradossale questa situazione, che il riferimento, negli altri articoli correlati, al link del CeSAP, farebbe pensare più a una “marchetta” che a un caso di sana informazione.
http://www.nannimagazine.it/articolo/Manipolatori+della+mente%3A+gli+strumenti+di+legge
Se Foschi fosse uno sprovveduto, potrei anche pensare che qualcuno ha cercato di “farlo fesso”.
Il fatto che invece si dichiari competente, rende il tutto particolarmente grave.
http://www.criminologia.org/scena_crimine.html
Spero che la coscienza di questi veri “manipolatori della mente” un giorno possa destarsi e possa mostrare loro il male che hanno fatto. Di quanto sangue, quante lacrime quanta ingiustizia hanno partecipato a generare con il loro “giornalismo famelico”.
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=183
Giornalismo che prima ha soffiato sui casi di Brescia e molti altri e ora si è spostato altrove.
http://www.falsiabusi.it/
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2009/02/tanto-va-la-gatta-al-lardo.html
A costoro vorrei chiedere banalmente perché non provare a informarsi anche dalla controparte?
In fondo dovrebbe essere la regola base del loro lavoro.
Temo però che un distorto sentimento di giustizia, così come l’appetito delle “cavallette”, sia più forte di ogni ragione.
Pietro Bono